#18 – Quale “futuro” per la Conferenza sul futuro dell’Europa?

a cura del Centro studi di Acmos

 

Il più importante appuntamento europeo del 2020 è (doveva essere?) probabilmente la Conferenza sul futuro dell’Europa concepita dalle massime istituzioni dell’Unione europea per disincagliare l’Unione dalle secche in cui è finita in questi ultimi anni: lo scopo è la riforma delle regole e delle istituzioni comunitarie per un rilancio del progetto di integrazione.

Il Parlamento europeo ha formulato le sue proposte in merito il 15 e la Commissione il 22 gennaio, mentre la Conferenza dovrebbe avere il suo battesimo durante la “Giornata dell’Europa” a Dubrovnik il 9 maggio.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, ha tenuto a ribadire la centralità dei cittadini in questa iniziativa: “Le persone devono essere al centro di tutte le nostre politiche. Il mio desiderio è che tutti gli europei contribuiscano attivamente alla Conferenza sul futuro dell’Europa e svolgano un ruolo guida nella definizione delle priorità dell’Unione europea. È solo insieme che possiamo costruire la nostra Unione di domani”. La Conferenza “consentirà un dibattito aperto, inclusivo, trasparente e strutturato con cittadini di diversa provenienza e di ogni estrazione sociale”; sarà un “forum dal basso verso l’alto”, ci sarà una piattaforma online plurilingue per favorire il più ampio dibattito, saranno invitati a partecipare non solo tutte le istituzioni europee e i parlamenti nazionali ma anche le autorità regionali, locali e la società civile. La durata prevista è di due anni.

La proposta della Commissione individua due ambiti tematici: “Il primo dovrebbe riguardare le priorità dell’Unione e ciò che essa dovrebbe cercare di raggiungere: lotta ai cambiamenti climatici e sfide ambientali, economia al servizio delle persone e delle famiglie, equità sociale e uguaglianza, trasformazione digitale, promozione dei valori europei, rafforzamento della voce Ue nel mondo”. Il secondo ambito si concentrerà “nell’affrontare temi specificamente connessi ai processi democratici e alle questioni istituzionali”: quindi si discuterà del sistema elettorale europeo, della procedura per la scelta del presidente della Commissione, del superamento del voto all’unanimità nel Consiglio, del passaggio dell’iniziativa legislativa dalla Commissione al Parlamento.

Nell’attuale drammatica temperie non è chiaro quale sarà il destino della Conferenza.

Ciò che risulta invece evidente, come nota Sergio Fabbrini (Il futuro dell’Europa viene deciso adesso, “Il Sole 24 ore” 29.3.2020), è che la discussione sul futuro dell’Unione è già cominciata con il Consiglio europeo di giovedì 26 marzo.

In quell’occasione, a partire dalle diverse posizioni a confronto sul modo di affrontare le conseguenze economiche della pandemia, sono emerse due diverse concezioni di Unione europea.

I Paesi del Sud Europa (tra cui Italia, Francia, Spagna) si sono schierati a favore della creazione di risorse europee che servano a combattere la pandemia: hanno chiesto strumenti finanziari sovranazionali come potrebbero essere dei titoli di debito europei.

Per i Paesi del Nord (i più importanti sono Germania, Olanda, Austria) invece ogni Stato deve rispondere alla crisi utilizzando risorse proprie; tutt’ al più può essere sospeso il Patto si stabilità (che vincola le spese di uno Stato) o può intervenire il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) con un aiuto finanziario, condizionato.

Dunque i Paesi del Sud pensano ad un’ Unione che si avvicina già ad un assetto “federale”, con strumenti e organismi finanziari che non dipendono dall’accordo tra singoli Stati, da un approccio cioè intergovernativo. I Paesi del Nord restano invece legati ad un assetto “confederale”, si rifiutano di accettare una sovranità fiscale sovranazionale (dell’Eurozona), cioè davvero europea.

Lo scontro è solo all’inizio ma da esso dipende il destino dell’Unione europea dei prossimi anni.

 

 

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#3-Il rinato impero asburgico contro i migranti

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#5 – Frontiere e nazionalismi

#6- Bruxelles “cuore” d’Europa

# 7 – Profughi: la nostra ignavia da Evian a Bruxelles

#8 – Un manuale antiretorico dell’Unione europea

#9 – Ventotene 2016

#10 – Orban e il referendum ungherese

#11 – Populismi ed euroscetticismi

#12 – L’unione a più velocità

#13 – Populismo, euroscetticismo, sovranismo

#14 – Il populismo 2.0 in Europa

#15 – Il dicembre 2017 dell’UE

#16 – Il gennaio 2018 dell’Unione Europea

#17 Diario Europeo – DiEM25, Varoufakis e il “terzo spazio” in Europa

14/04/2020
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