Whiplash

Ovvero dell’ostinata determinazione a suonare la batteria. E diventare uno dei migliori. Così pensa e si comporta il giovane Andrew (Miles Teller), iscritto al conservatorio Shaffer di New York, la migliore scuola del Paese, per chi vuole fare musica. Andrew si esercita con passione, è un tipo solitario, non ha amici, con il padre non ha un gran rapporto, prova con poco successo a frequentare una ragazza, solo la musica, in particolare il jazz, lo rende felice: il suo mito è Buddy Rich, il più grande batterista di tutti i tempi. Il maestro e direttore d’orchestra Fletcher (J. K. Simmons) è la figura mitologica del conservatorio: spietato, severissimo, capace di vessare i suoi allievi, sia a livello psicologico che fisico. Andrew viene accolto tra gli studenti di Fletcher (che per altro gli riservano una palese ostilità e freddezza, immersi come sono nella competizione e nella paura di sbagliare), in lizza per il posto da titolare alla batteria. Fletcher non sarà tenero nemmeno con lui, infierendo in diverse occasioni, spingendolo (questo è l’obiettivo del maestro per i suoi allievi) oltre i limiti della sopportazione (il dolore fisico e le dita che sanguinano), scommettendo sui suoi limiti, volendo vedere dove può arrivare, nella speranza di trovare un nuovo Charlie Parker.

Film musicale, dove il jazz è il sottofondo continuo, oltre che la croce e delizia dei personaggi. Andrew e Fletcher, per quanto profondamente diversi, in fondo sanno capirsi, a loro modo, anche se ciò sarà possibile solo con sudore, lacrime e sangue. Ottimo esordio alla regia del trentenne Damien Chazelle, sceneggiatura intelligente (dello stesso regista), colonna sonora per intenditori, guizzi talentuosi delle immagini e del montaggio (le prove, gli allenamenti massacranti) e superba prova-scontro dei due personaggi. Teller è bravo a punteggiare il giovane e timido studente, ma con una forza d’animo spaventosa. Simmons (lo ricordate padre amorevole in “Juno”?), che ricorda il sergente Hartman di Kubrick, è strepitoso nella sua interpretazione: per lui un Golden Globe e una candidatura agli Oscar, su 5 nominations complessive. Piccolo film indipendente, che sorprende e colpisce (il titolo sta per colpo di frusta, oltre ad essere il nome di una canzone), con un finale durante il concerto, che ha un crescendo emotivo e musicale, da cardiopalma folgorante.

14/02/2015
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