What if…Qualcuno spegne Internet?

 

 

L’estetica del ‘2.0’ porta con sè in modo intrinseco l’idea del progresso, della novità, del futuro immediato. Un presente più figo, forse. Ne vogliamo cogliere solo gli aspetti positivi, perchè associamo la tecnologia a qualcosa di liberatorio: niente più confini, tanta condivisione, musica, foto, libertà.

Così, man mano che usufruiamo senza freni di quella libertà, ci mettiamo nelle svantaggiose e pericolosissime condizioni di darla per scontata.

Tempo fa un mio amico mi ha fatto riflettere dicendo: “Pensa se Goebbels avesse avuto il web a disposizione”. Gli ho risposto: “Beh, lo avrebbe oscurato, o tolto del tutto”.

“Macchè: oscurarlo è stupido. Lo avrebbe usato

E’ vero, probabilmente lo avrebbe usato in quel suo modo efficace ed agghiacciante.

Questo per dire che 2.0 può anche essere associato ad un nuovo tipo di privazione: niente rete, ragazzi. Questo è successo in Siria, dove Assad sta serenamente massacrando il suo popolo a suon di bombe; e siccome la rete è un veicolo potente, ovvero Il Veicolo, la cosa valica i confini nazionali e le foto, i video, le testimonianze sui blog e i tweet ci parlano di un paese piegato da una guerra civile spietata e mortifera. Ne parlano in tutto il mondo. Pochi se ne curano, ma comunque si sa.

Assad non è Hitler e non ha un Goebbels: è un tiranno come purtroppo ce ne sono stati (e ce ne saranno) tanti e gestisce la ribellione del suo popolo con rabbia scomposta e cieca. Anche spegnendo internet, senza capirlo.

Al netto della conta orribile dei morti, delle violenze fisiche, della repressione feroce, vorrei fare lo sforzo di immaginare cosa potrebbe significare alzarsi una mattina, accendere il computer e non potermi collegare.

Immagino una schermata che mi rimanda al Ministero dell’Interno. 

 

IN SEGUITO AI GRAVI E VIOLENTI ATTI CRIMINALI CHE STANNO METTENDO A RISCHIO LA SICUREZZA DEL PAESE E DELLA CITTADINANZA, IL MINISTERO DELL’INTERNO HA DISPOSTO LA CESSAZIONE DELL’ATTIVITA’ DEGLI ISP SUL SUOLO ITALIANO, FINO A DATA DA DESTINARSI.

 

Ok, è uno scherzo, dai. Ricarico la pagina: niente. Chiuso e riapro il Browser: nulla. Apro un altro browser: nada. Il messaggio è sempre lo stesso. Saranno stati quei ragazzacci di Anonymous? Prendo il cellulare, provo da lì ma nulla. Anonymous è potente, si sa, ma NON così potente. Almeno, credo (e spero)!

Telefono a qualche amico che mi conferma la cosa: Internet è down. Non ho un client mail residente sul computer (male, in effetti), ma chi ce l’ha dice che non può scaricare la posta.

Siamo disconnessi. Siamo fuori. La parte seccante è che non posso più sacramentare su Facebook all’indirizzo di chicchessìa, in questo caso il Ministero dell’Interno. Ma la parte davvero brutta è che non posso più comunicare col mondo. Nè lavorare. Nè far sapere al mondo che, amici, in Italia hanno spento la luce, siamo al buio, e stanno entrando nelle nostre stanze armati di torce abbaglianti, incappucciati.

Ci pensate? Beh, in Siria ci hanno provato, ma non ci sono riusciti, peromeno non nel modo che intendeva Assad.

Citando Punto InformaticoA pochi giorni di distanza dal blocco totale delle connessioni, la Siria torna online così come segnalato dai report di Renesys e CloudFlare.

Le due società di monitoraggio del traffico segnalano, tuttavia, stati di connessione diversi: ripristino “largamente completato” secondo Renesys, “parziale ripristino” secondo leindicazioni di CloudFlare. Anche la BBC segnala il ritorno di Internet nelle zone intorno a Damasco, mentre CNN informa anche della riattivazione del servizio telefonico.

Le autorità siriane continuano ad attribuire il blackout di Internet e delle connessioni mobile alle attività dei ribelli e a difficoltà di tipo tecnico anche se, sostengono diverse fonti, ci sono pochi dubbi sul fatto che si sia trattato di un’operazione orchestrata dal regime di Assad.

Assad sta spegnendo vite su vite, voci su voci: ci auguriamo che un giorno paghi per i suoi crimini, e nel frattempo starà a noi tutti ascoltare, raccoglierere, linkare, ritwittare tutto quello che ci viene mandato dalla Siria utilizzando quella rete che è sempre più un autentico diritto fondamentale dell’uomo. 

05/12/2012
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