Visioni a Milano




I risultati delle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio hanno gettato sul mondo politico italiano una nuova effervescenza. Nella decina di giorni già trascorsi tra il primo assalto e lo scontro finale dei ballottaggi sono crollate numerose certezze e nate nuove speranze.

A Torino e Bologna – due dei quattro teatri nazionali più seguiti – il Pd ha vinto al primo turno piazzando Piero Fassino e Virginio Merola su poltrone consolidate da precedenti amministrazioni di sinistra.

A Napoli e Milano – gli altri due comuni interessati a livello nazionale – lo scontro è ancora aperto.

Nel capoluogo partenopeo il candidato del centrodestra, Gianni Lettieri, è stato il preferito, pur totalizzando solo il 38,5% dei voti. Al ballottaggio con lui è andato Luigi De Magistris dell’Italia dei valori. Il ‘problema rifiuti‘ – tolti in un batter d’occhi e ripetutamente rifioriti – ha estenuato i napoletani. Berlusconi, da messia assoluto, si è trasformato nell’eroe di una fiction, evidentemente interessato a coltivare l’emergenza pur di utilizzare i suoi super poteri e sottolineare la sua indispensabilità. Sembra che Napoli abbia la mezza idea di cambiare canale. Il manico del coltello sta dalla parte del centro sinistra: se il Pd decidesse di allearsi con De Magistris per il ballottaggio la vittoria non dovrebbe essere troppo sofferta. Ma conoscendo le attitudini organizzative e gestionali dell’ultima sinistra italiana non si può dare nulla per scontato.

Milano è il capoluogo cui oggi guardano tutti, dentro e fuori Italia. La capitale economica del Paese, il feudo di Berlusconi è diventato dal 16 maggio la culla di un tradimento. Il presidente del consiglio aveva dipinto le elezioni milanesi come un “referendum verso se stesso”. Forte delle 52.000 preferenze ottenute con la stessa mossa nel 2006 si è di nuovo candidato al consiglio comunale, appoggiando l’attuale sindaco Letizia Moratti. Qualcosa però è andato storto: Giuliano Pisapia, candidato per il Pd, ha battuto la Moratti con uno scarto di circa 7 punti percentuali, senza però riuscire a vincere direttamente.

In queste due settimane il presidente del consiglio – esperto in rimonte come anche in partite da ‘dentro o fuori’ – ha lanciato una controffensiva di dimensioni impressionanti: ha popolato i telegiornali a tal punto che la commissione Servizi e Prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha dovuto multare Tg1, Tg4, Tg2, Tg5 e Studioaperto con sanzioni che vanno dai 100.000 ai 258.000 euro.

Non contento dei canali mediatici canonici è andato alla ricerca degli elettori che ormai si informano tramite la rete (perchè inappagati dagli stessi mendaci canali che Berlusconi domina da anni). Una volta sbarcato sul mondo virtuale il Cavaliere  ha diffuso una serie di banner e video contro il candidato del centrosinistra. Uno di questi video – che poi è la trasposizione televisiva del suo intervento pro-Moratti, ‘a reti unificate’ –  porta il titolo “L’appello per Milano”. I contenuti del video sfiorano la xenofobia e sventolano i soliti spauracchi – zingari, immigrati, centri sociali e comunisti tutti. Visioni milanesi che solo il premier riesce a percepire. Barbara Spinelli, nell’editoriale de La Repubblica del 25 maggio, scriveva: “Così nella propaganda di Berlusconi: nulla sulla superficie della Terra conferma l’esistenza di orde di zingari che premono alle porte delle città con il coltello fra i denti, nulla fa pensare a Stalingrado (icona della seconda guerra mondiale e della guerra fredda), con le bandiere rosse sventolanti ovunque. Ma l’allucinato non se ne cura: sullo schermo vede proiettato non l’oggetto delle vere paure quotidiane ma una paura cosmica, così potente che oltrepassando la realtà cerca nemici fittizi per placarsi. Hai paura dell’inferno?

E poi, magia! Nel giro di un paio di giorni sono stati avvistati nel capoluogo lombardo finti operai intenti a fare sopralluoghi in vari quartieri della città per prendere le misure per la costruzione della ‘nuova moschea per Pisapia‘. O nei mercati rionali, giovani rom, o persone travestite da rom, che distribuiscono volantini spacciandosi per sostenitori di Pisapia. Ragazzi trasandati sui mezzi pubblici che infastidiscono gli altri passeggeri e motivano rispondendo ”noi siamo per Pisapia”. E infine persone che vestono con abiti sporchi, immancabilmente dotati di una borsetta arancione con la scritta bene in vista ‘X Pisapia’.

Insomma, pur intensificando la pressione mediatica, pur variando i canali di comunicazione i contenuti sono rimasti gli stessi, gli stessi dell’inizio della campagna elettorale recente, gli stessi degli ultimi anni – sebbene a Milano sembra si siano incarnati. Gli stessi che hanno annoiato gli italiani, che sicuramente non si divertono con il centrosinistra, ma che ormai sembrano essere nauseati da Berlusconi a partire da dove Berlusconi aveva posto la sua solidità tutta: Milano.

D’altronde quest’anno Berlusconi ha già vinto il campionato. Sicuramente a San Siro, Milano rimarrà milanista.

26/05/2011
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