Generazione precaria: Knowork

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Lunedì 14 e martedì 15 aprile gli Studenti Indipendenti, Last e AlterPolis hanno organizzato due giorni di incontri e workshop in università sotto il titolo di “Know Work”, sul tema della precarietà nel mondo della ricerca: una generazione di giovani, spesso definita come generazione precaria, ha scelto di incontrarsi per discutere e cercare soluzioni.

 

Durante la prima giornata, che ha visto Palazzo Badini e Palazzo Nuovo come centri principali di sviluppo, si sono svolti due incontri dai titoli eloquenti: “Stage e tirocini curricolari: quali diritti tra scuola e lavoro?” e “Psicologia precaria, uno sguardo al nostro futuro”. Gli studenti stanno da mesi rivendicando la loro lotta contro il numero chiuso nelle università, ed hanno svolto azioni di protesta in particolare in occasione dell’inserimento del numero chiuso a Psicologia e a Lingue, facendone saltare, nel secondo caso, l’approvazione. Il tema dei tirocini è invece più delicato, e riguarda sia i tirocini obbligatori durante gli anni di studio che, soprattutto, quelli postlaurea.

I riferimenti al nuovo Job Act renziano non mancano, perché le delusioni tra i giovani sono molte. Un esempio tra i tanti, il contratto di apprendistato, che secondo la nuova norma elimina la necessità di allegare un piano formativo, e non vincola l’assunzione di apprendisti alla stabilizzazione di coloro che erano assunti in precedenza come tali (norma prima vigente).

 

Altri due incontri hanno toccato invece temi più strettamente connessi al mondo accademico e dell’insegnamento, riferendosi alla generazione precaria nel mondo universitario, con i titoli “Accesso all’insegnamento, un futuro sempre più precario” e “L’instabilità della ricerca nell’università italiana”. In particolare, in merito al primo, si è discussa la procedura di accesso all’insegnamento tramite il TFA, il Tirocinio Formativo Attivo, ovvero i due anni in più (oltre ai cinque) che gli studenti devono svolgere per accedere ai concorsi; le informazioni sono ancora frammentate, e non si hanno certezze in merito a cosa accadrà nei prossimi anni, fatto che precarizza non soltanto il lavoro, ma anche le possibilità di accesso ad esso.

Per quanto riguarda l’accesso alla ricerca, gli studenti sottolineano che “la figura del ricercatore a tempo determinato è stata introdotta per la prima volta nel 1997 da Berlinguer”, un processo proseguito con la riforma Moratti e conclusosi con la riforma Gelmini, che sostituisce la figura del Ricercatore Universitario con quella del Ricercatore a tempo determinato con contratti a termine.

 

Nella seconda giornata, alle 18.00, si è tenuta una lunga assemblea conclusiva orientata all’organizzazione dello spezzone di corteo che il primo maggio vedrà in piazza gli studenti, e a seguire è stato proiettato il film “Smetto quando voglio”. Il lungometraggio passato nelle sale appena un mese fa racconta ironicamente la disperazione di alcuni precari che scelgono una strada alternativa per arricchirsi: sintetizzare una nuova droga. Il cast rende piacevole la visione, ma il messaggio è deprimente: eppure, drammaticamente attuale, e chiude con l’amaro in bocca due giorni di riflessione sul tema.

16/04/2014
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