Un trans vale più di mille escort

Marrazzo

Difficile individuare quale sia il confine tra la sfera privata e quella pubblica di un uomo di governo.  Complicato, ma non certo impossibile. Il caso Marrazzo, però, crea un precedente che dovrebbe far scuola.  Il governatore del Lazio, coinvolto in una storia di ricatti e trans, ha rassegnato le dimissioni. Atto dovuto, anche se arrivato con colpevole ritardo. Prima di mettere nelle mani del commissario prefettizio la gestione della regione Lazio, Marrazzo le ha tentate tutte: negare l’innegabile, concedere temporaneamente il governo della Regione al suo vice adducendo a fantomatiche ragioni di salute. Poi, dopo qualche giorno, sono finalmente arrivate le dovute dimissioni.

 

Atto necessario, non certo per la rivelazione delle sue frequentazioni extraconiugali. Il problema di Marrazzo sta  nella sua ricattabilità. L’uomo pubblico, che ha nelle proprie mani le sorti dei cittadini, non può essere tenuto sotto scacco da nessuno. L’aggravante del comportamento di Marrazzo sta però altrove. Lui, ricattato, non ha denunciato il fatto. E, per un uomo delle istituzioni, questo comportamento non può che essere considerato dei più gravi. Questa, non vuole essere un’accusa. Molti avrebbero reagito in questo modo per evitare di vedere distrutta la propria vita. Ma un governatore non è un uomo qualunque e deve rispondere all’elettorato.

 

C’è forse un’altra considerazione da fare in merito all’affaire Marrazzo. Evitando di analizzare il ruolo svolto da Silvio Berlusconi in questa vicenda, – che rimarca, ancora una volta, l’entità del conflitto d’interessi da lui incarnato, – facciamo una trasposizione semplice: dai trans alle escort.  Silvio Berlusconi, accompagnandosi a Palazzo Grazioli,- luogo istituzionale utilizzato come il peggior bordello d’altri tempi- con signorine a pagamento, è entrato nel tunnel della ricattabilità. Le registrazioni della D’Addario sono la classica pistola fumante. La via, lastricata di coca e mignotte, scoperta da Tarantini per fare affari nella sanità, sono un ulteriore elemento che rimarca la valenza pubblica di ciò che è avvenuto nelle residenze di Berlusconi.

 

Naturalmente il primo ministro non si è scollato dalla seggiola. Le mignotte sono affare privato e Silvio Berlusconi, aiutato dagli organi di stampa, ha calato l’asso: lui è un macho italiano che ama la conquista del genere femminile. Peccato che altri pagavano le prestazioni al macho e che le donne “sedotte” sono diventate ministre, europarlamentari o, alla peggio, starlette della televisione pubblica.

 

Silvio non ha pagato. Lo abbiamo fatto noi per lui.
Sicuri che siano affari privati?

 

02/11/2009
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