Un 2 Giugno per la pace e la nonviolenza



Un due giugno diverso, dove a sfilare è la speranza e non solo le Forze Armate, come unico elemento di difesa della patria e dei valori della Costituzione. Un due giugno che parte da Vicenza, una delle tante città italiane militarizzate che alberga un sistema integrato di basi e installazioni.  Elemento purtroppo imprescindibile in una cittadinanza obbligata a convivere con la minaccia della paura generata dalla presenza militare.


Al convegno organizzato da IPRI (Istituto Ricerca per la Pace, fondato nel 1977), Fabrizio Bettini ricorda l’impegno di Operazione Colomba, nato dalla disobbedienza di alcuni obiettori oltre 19 anni fa e da allora presente in modo nonviolento in molti conflitti armati. Un modello di azione civile, che parte dal coraggio di abitare il conflitto, dalla condivisione diretta con la popolazione civile sempre vittima delle guerre, e basato sull’equidistanza dalle parti, ma non dalle ingiustizie, equilibrio capace di generare un cortocircuito mentale che interrompa la spirale della violenza.

Un modello di prevenzione e trasformazione dei conflitti ancora poco efficace perché poco diffuso, disincentivato dalla politica che delega ai militari la gestione dei momenti più caldi, senza quella lungimiranza capace di una vera pace positiva così come la delinea Galtung. Il costo di acquisto di un solo carro armato rappresenta il budget di 10 anni di Operazione Colomba attiva in Kossovo, Albania, Israele/Palestina e Colombia: eppure il supporto delle Istituzioni è ancora assente, relegando queste esperienze all’impegno volontario della cittadinanza attiva.

Dagli anni Novanta si moltiplicano le esperienze di Intervento civile di Pace italiani, legittimati dalle intuizioni di Alex Langer, da una risoluzione del Parlamento Europeo (1999), dall’agenda della pace delle Nazioni Unite (Boutrous Ghali, 1992) e dall’articolo 11 della Costituzione Italiana, oggi riunite intorno ad un tavolo di lavoro che vuole rivitalizzare l’energia necessaria per sviluppare questo modello d’azione verso l’integrazione sinergica tra le diverse esperienze.

In questo orizzonte si inserisce passo dopo passo anche la realtà specifica e la progettualità creativa del Comitato Salvagente per la difesa popolare nonviolenta. Stay tuned…

06/06/2011
Articolo di