Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Mildred Hayes (F. McDormand) ha un negozio di souvenirs a Ebbing, Missouri, e uno strazio che la tormenta: da 7 mesi lo stupro e l’uccisione della giovane figlia sono senza colpevoli. Decide così di affiggere tre manifesti sulla strada statale dove avvenne il delitto, in cui richiama la polizia locale alle sue responsabilità. Lo sceriffo Willoughby (W. Harrelson) cerca di farla ragionare, come il parroco e altre persone, ma Mildred non demorde. Le conseguenze saranno tante, compresa la rabbia scomposta dell’agente Dixon (S. Rockwell), razzista, ottuso e violento.

Martin McDonagh (“In Bruges”, “7 psicopatici”) dirige un film anomalo e difficilmente classificabile: un misto di commedia nera, dramma, grottesco e politicamente scorretto. Di certo imprevedibile, nella sua originalità: i personaggi rivelano quasi tutti lati nascosti, non c’è consolazione, nè giudizio, forse solo un viaggio verso la catarsi, nell’epilogo sospeso. Un ritratto amaro dell’America profonda e più cupa.  Ammirevoli gli interpreti, soprattutto Rockwell e la McDormand. Premiato per la sceneggiatura al Festival di Venezia, 4 Golden Globes (film drammatico, sceneggiatura e i due interpreti), in odore di Oscar…

Non perdetelo!

12/01/2018
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