Tonya

Tonya Harding (M. Robbie) ha cominciato a pattinare sul ghiaccio quando era una bambina. E’ diventata una campionessa di fama mondiale, arrivando alle Olimpiadi e a 24 anni la sua stella è andata in frantumi. Prima atleta statunitense ad eseguire un triplo axel in una competizione ufficiale, la sua vicenda salì poi agli onori della cronaca, per una brutta storia di un’aggressione a una collega, in cui venne coinvolta. Craig Gillespie si cimenta con un film biografico, narrando le vicende della vita di Tonya, dai 4 a 44 anni, con lampi di umorismo nero, situazioni quasi grottesche, dialoghi bizzarri. Ricostruisce la sua infanzia difficile, con i genitori separati, la madre LaVona (A. Janney) severissima e anaffettiva, e poi il matrimonio giovanissima con Jeff (S. Stan) che la picchia, ma da cui non riesce a separarsi. A guardarlo bene, si capisce che le donne della storia sono le vere protagoniste e gli uomini fanno tappezzeria: sono inutili e meschini, quando non al limite dell’imbecillità. Sia Tonya, con il suo anticonformismo, che sua madre, per quanto estremamente diverse, hanno un carattere che le rende uniche. In contro luce è una classica storia che fa da metafora al sogno americano: l’idolo del successo che può accecarti, farti amare dalle folle e in un attimo anche distruggerti. Ottime le interpreti, con un plauso dovuto alla Janney, che si è guadagnata Golden Globe e Oscar, per il ruolo della detestabile madre di Tonya. Ottima scelta musicale.

31/03/2018
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