Timore reverenziale. Linea diretta dalla Questura al Viminale


L’ormai etichettato ‘caso Ruby‘ pare avere diviso le coscienze degli italiani. Se una buona parte di essi pensa che si tratti dell’ennesimo complotto “comunista” ai danni del premier martire, l’altra parte sembra bigottamente inorridita dal fatto che a un uomo sui settantanni possano piacere le belle ragazze. Su questa divisione legittima si spendono chiacchiere nei bar e nelle sedi di partito, nelle sale gioco e nelle redazioni, sui social network e nelle aule dei tribunali. Noi preferiremmo non farlo o meglio, dedicarci a una parte che, vista la portata dei fatti che interessano il premier, sembra non essere entrata nemmeno in scena, tagliata come poco importante: il disordine interno alle forze dell’ordine nella gestione del caso.

Silvio Berlusconi è indagato dalla Procura di Milano per le ipotesi di reato di concussione e prostituzione minorile.
Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni dichiarò, in merito alle indagini, a fine ottobre, di potersi ritenere soddisfatto per l’operato dei suoi uomini: “dal mio punto di vista i rapporti mi confermano che in Questura si sono comportati applicando tutte le regole, le norme e le prassi, quindi nulla da eccepire”. Maroni faceva riferimento alle indagini ma non solo. Pochi giorni dopo trovò infatti conferma nelle parole del Procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati, il quale sosteneva che le procedure di affido di Ruby – avvenute nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, dopo un arresto per furto, davanti al pm dei minori Annamaria Fiorillo, di turno in Questura a Milano quella sera – si erano svolte secondo le regole: “procedure di identificazione, fotosegnalazione e affidamento sono state correttamente eseguite e non sono previsti ulteriori accertamenti sul punto”. Quella notte Ruby venne portata in Questura e poi venne rilasciata dopo qualche ora e affidata alla Consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti. In quella notte si ipotizza si sia verificato il reato di concussione. Silvio Berlusconi avrebbe fatto pressioni sul Capo di gabinetto della Questura di Milano Pietro Ostuni affinchè la minorenne arrestata venisse rilasciata.
Una decina di giorni dopo le dichiarazioni di Maroni e di Bruti Liberati il pm dei minori di Milano esce allo scoperto. Annamaria Fiorillo contesta presso il Consiglio superiore della magistratura la ricostruzione del caso resa in Senato dal Ministro dell’Interno su quanto accadde la notte del 27 maggio. “Hanno aggirato le mie disposizioni” afferma e spiega che nei rapporti degli ispettori di polizia, su cui fonda la sua sicurezza e soddisfazione Roberto Maroni, non viene mai fatto riferimento alle telefonate provenienti da Palazzo Chigi, sebbene ci siano state, ma nemmeno c’è scritto che il pm abbia autorizzato l’affidamento, anzi “il verbale di affidamento non mi è mai arrivato”. Insomma la Fiorillo denuncia di non aver mai acconsentito, quella notte, che la ragazza fosse affidata alla Consigliera regionale Minetti come sostenuto dalla polizia oltre che da Maroni in Senato.
Pochi giorni fa la polizia è stata tacciata, dai vertici del Pdl, di un’esagerata disinvoltura nel condurre le indagini sul Presidente del consiglio. Gli avvocati deputati del Pdl lamentano il fatto che alla Questura di Milano sia stata lasciata troppa libertà nello scrutare la vita del premier e si chiedono come sia possibile che a inizio indagini il Ministero dell’Interno o lo stesso Presidente del consiglio non ne siano stati avvertiti. Lo stesso Berlusconi, nel corso di un videomessaggio, ha contestato il trattamento esageratamente esplorativo e inquisitorio rivolto alla sua vita privata.
La Coisp, sindacato indipendente di polizia, ha prodotto tre giorni fa un comunicato stampa nel quale avverte che “il fatto che i sindacati non siano intervenuti sul caso Ruby non è dovuto certamente all’intento di non peggiorare la situazione di ManganelliCapo della Polizia nominato dall’allora Governo Prodi – che sarebbe già oggetto dell’ira di Berlusconi, ma al semplice fatto che lo squallore al quale il Presidente del Consiglio ci ha ancora una volta costretti ad assistere si commenta da sé”.

26/01/2011
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