Te la do io la sicurezza

Questo il commento dell’amico Marco Revelli dopo i fatti della scorsa settimana:
"Quanto avvenuto in Italia in questa maledetta settimana di Ognissanti non ha paragone con nessun altro paese civile. Che un crimine, per orrendo che sia – e l’assassinio di Giovanna Reggiani lo è -, produca come reazione la ritorsione collettiva, in alto e in basso, nelle istituzioni e nella società, contro un intero gruppo etnico e un’intera popolazione, è fuori da ogni criterio di civiltà, giuridica e umana. Che la colpa «personale» dell’autore del crimine venga fatta pagare sulla pelle di migliaia di donne, uomini, bambini, già costretti a vivere in condizioni di indigenza estrema, è cosa che non può non sollevare un senso di desolazione e disgusto.
Le immagini delle ruspe immediatamente entrate in azione per spianare gli «insediamenti abusivi» e ostentate in tutti i telegiornali, le irruzioni un po’ in tutta Italia nei «campi nomadi», le identificazioni di massa e le prime espulsioni annunziate trionfalmente da prefetti e giornali, come se tra quel crimine e quelle persone scacciate senza tanti complimenti esistesse un nesso diretto, fino all’aggressione di Tor Bella Monaca, evocano scenari inquietanti, d’altri luoghi e di altri tempi. Alludono a una bolla di odio, di ostilità, di paura aggressiva gonfiatasi sotto la superficie patinata della nostra quotidianità, che personalmente mi terrorizza.
Sgonfiare quella «bolla calda» di rancore ed emotività, neutralizzarne i veleni, dovrebbe essere il compito di tutti noi. Di chiunque lavori davvero a una condizione di «sicurezza collettiva». Soprattutto della politica, nel suo senso più nobile. […] Vorrei che chi ha oggi il potere della parola e dell’amministrazione, ci riflettesse. Seriamente. Fuori dalla nevrosi mediatica e dall’urgenza di piacere. Pensando, per una volta, a un futuro che vada oltre il prossimo sondaggio."

Ma che fare allora? La sinistra a questo è chiamata a rispondere! La sicurezza dei cittadini è IL BENE (insieme al benessere) che ogni politico deve perseguire. Su questo si misureranno i nostri governanti… e non è solo una questione di mero consenso, che rimanda subito a loschi e malcelati interessi privatistici, ma di dovere istituzionale e di responsabilità di mandato.
Personalmente le sottoscrivo tutte le parole di Revelli, ma a patto che non rappresentino l’ennesimo disarmo su questo fronte. Noi sappiamo bene che la sicurezza è fatta innanzi tutto di politiche di inclusione e di moltiplicazione delle opportunità e, in momenti come questi, è bene proprio ridircelo ad alta voce! Ma non scordiamo per favore che la sicurezza è anche repressione puntuale del crimine: e la nostra è una nazione in cui la pena non è certa, in cui la Mafia è la prima industria del Paese, in cui gli affaristi la fanno regolarmente franca… una nazione in cui l’illegalità diffusa rappresenta ancora una cifra caratteristica soprattutto nel mezzogiorno e in cui il fenomeno migratorio (costretto a rimanere purtroppo per larga parte clandestino) ha generato ampie sacche di criminalità.
Si abbassino quindi immediatamente i toni da "caccia allo straniero"… perchè noi ora aspettiamo i fatti!

06/11/2007
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