Sotto il sole di Roma

Ecco una nuova rubrica del Centro Studi. Questa volta vi proponiamo una rassegna stampa ragionata sull’inchiesta Mafia Capitale

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Romanzi (e non) criminali. Così si potrebbe parafrasare, alla luce degli ultimi avvenimenti in questi dieci giorni, il titolo di un famoso romanzo, che ha generato un film e una serie tv di successo. Poco più di una settimana fa, a Roma, un’indagine della procura della repubblica, sfociava nell’operazione “Mondo di mezzo”, (leggi qui)  scoperchiando un mare di fango, che non ha fatto altro che allargarsi di giorno in giorno. Una fittissima rete di potere criminale, con simpatie destrorse, ma senza disdegnare l’appoggio politico di esponenti del centrosinistra, sembra aver gestito appalti e rifiuti (leggi qui), speculato sugli immigrati (qui), cercato di condizionare voti ed elezioni, minacciato e intimidito chiunque si mettesse di traverso; coinvolto Gianni Allemanno, l’ex sindaco di Roma, finito tra gli indagati (qui). E su tutti spunta Massimo Carminati (qui), vecchia conoscenza dell’eversione nera, pluriaccusato di omicidi e altri delitti, quasi sempre uscito indenne, contiguo alla banda della Magliana (qui), al punto da ispirare il personaggio del “Nero” nel libro di De Cataldo. E inevitabile diventa il nesso con la mafia (qui) nella capitale, di cui peraltro Libera e altri soggetti denunciano la presenza da anni, senza venir troppo presi sul serio: nella città eterna, nella patria della dolce vita felliniana, oggi diremmo della grande bellezza sorrentiniana, ci si accorge di un grumo di potere violento (le minacce a Lirio Abate dell’Ansa, il mezzo “pogrom” di Tor Sapienza qui), con appetiti pantagruelici, capacità di infiltrazione e condizionamento impressionanti. L’ennesima prova muscolare della criminalità, innanzi a cui la politica non ha saputo (sa?) rispondere, per sottovalutazione o probabile connivenza, rimanendo in questi giorni alla finestra (qui), salvo poi Renzi teorizzare misure severe contro la corruzione in Consiglio dei Ministri, Alfano ventilare insieme al prefetto l’ipotesi di scioglimento, il PD commissariare il partito capitolino e fare quadrato intorno al Sindaco Marino, fino al giorno prima messo sul tiro a segno, nello scontro politico della sua stessa coalizione.

Le premesse, insomma, in appena 8 giorni, sono pessime: inutile augurarsi il ritorno dell’etica a breve, meglio sperare che la magistratura vada fino in fondo, senza sconti per nessuno; perchè l’ultima cosa di cui c’è bisogno, dopo una simile tempesta, all’ombra della capitale del potere per antonomasia, a due passi dal Vaticano e nel cuore dell’Istituzioni, è che qualcuno pensi che l’impunità dei più compromessi possa essere scambiata, relegando i pesci piccoli alle patrie galere e spazzando un po’ di cenere sotto ai tappeti, in nome della realpolitik o del quieto vivere.

 

11/12/2014
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