Se nell'agenda di Governo compare il Bunga Bunga..


L’Italia merita di meglio”. Si legge nell’editoriale di oggi del Financial Time sulle ultime vicende giudiziarie che coinvolgono il Presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Difficile, se non impossibile, dare torto al prestigioso quotidiano britannico. Bocciato parzialmente il legittimo impedimento, che avrebbe scongiurato, almeno fino al termine del mandato, al presidente del consiglio di concludere l’iter di 3 processi pendenti (Mills, diritti Mediaset e Mediatrade), la reazione arrivata dall’ospite di  Palazzo Chigi ha stupito per un insolito rispetto della  Corte Costituzionale. Se non altro perché i processi a carico di Berlusconi saranno costretti a ricominciare dalle fasi iniziali per concludersi inesorabilmente con la prescrizione.

Ora, però, “l’utilizzatore finale” deve fronteggiare accuse dalla portata devastante: concussione e prostituzione minorile. Ad aprire l’inchiesta l’odiatissima – da Silvio Berlusconi, s’intende – Procura di Milano, sicura di avere riscontri necessari per provare la colpevolezza di Berlusconi. Oggi le 300 pagine dell’inchiesta sono arrivate alla Giunta delle autorizzazioni a Procedere del parlamento.


Tutto nasce dall’arresto della minorenne Marocchina Ruby Rubacuori, rilasciata, secondo la magistratura, per intervento diretto del Presidente del Consiglio ed affidata a Nicole Minetti, consigliere regionale di maggioranza in Lombardia. Per l’ interessamento in questura si concretizza il reato di concussione.

Un’anomalia nelle prassi che ha spinto i magistrati ad approfondire il caso nonostante le rassicurazioni del Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, sulla regolarità delle procedure adottate dalla questura meneghina. Le indagini portano a scoperchiare un sistema che coinvolgerebbe uomini e donne dello spettacolo, rappresentanti delle istituzioni per un giro di prostituzione, con “consegna a domicilio”, ad uso e consumo del presidente del Consiglio.

Tra le carte dell’inchiesta spuntano i nomi di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti tutti accusati per favoreggiamento della prostituzione.

La procura è convinta di avere per le mani prove solide, difficili da smontare tanto da chiedere il rito abbreviato per Silvio Berlusconi, invitato a comparire di fronte ai giudici per essere interrogato sui fatti. Il presidente del consiglio deve difendersi dall’accusa di aver avuto rapporti sessuali in cambio di denaro con la giovane Ruby, all’epoca dei fatti minorenne. Intercettazioni, dichiarazioni di ragazze coinvolte nei festini nelle case di Berlusconi, riscontri foto e video proverebbero che Berlusconi sapeva dell’età della giovane marocchina.

La difesa di Berlusconi e soci è un film già visto: “accuse da una magistratura illegittima e di sinistra”, il presidente del consiglio è un perseguitato dalla magistratura, il macho che non ha mai pagato per stare con una donna ecc, ecc, ecc. Ma questa volta è lo stesso indagato a calare l’asso avanzando un dato che dovrebbe scagionarlo dall’accusa: una relazione stabile con una nuova compagna che non gli avrebbe permesso di avere rapporti con altre donne.

Mentre parte il toto compagna – del quale, sinceramente, poco ci ci importa -è difficile pensare che la magistratura butterà l’inchiesta al macero per il ritrovato amore del premier.

Aspettando la decisione della Giunta per le autorizzazioni a procedere, ci piacerebbe vedere qualcosa di diverso: Silvio Berlusconi di fronte ai Pm per essere interrogato; gli indagati che affrontano il processo; il rispetto della magistratura, tenuta ad aprire un’inchiesta per il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, sancito nell’articolo 112 dalla nostra Carta Costituzionale.


E un ultima cosa, banale ma è bene ricordarla: un governo dovrebbe  preoccuparsi dei problemi del paese e non di quelli del Presidente del Consiglio. Perché, giusto per “contestualizzare”, gli “utilizzatori finali” dell’inattività di un esecutivo immobile e al collasso sono gli italiani.


Leggi la Domanda di autorizzazione a Procedere





17/01/2011
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