Rifiuti…amoci di chiamarla Emergenza!

La chiamano "Emergenza".
Forse perchè tra le bellezze del napoletano e della Campania emerge, appunto, la punta di un iceberg: rifiuti che camminano ovunque, discariche che diventano roghi, scuole ed università chiuse e poi, lupus in fabula, l’arrivo del "Genio Militare".
Si trattasse del Genio della Lampada, saremmo cuoriosi di sapere quali sarebbero i tre canonici desideri della gente che, ormai esasperata, da giorni si è riversata in strada per manifestare il proprio disagio.
Ne abbiamo viste di tutti i colori. Dalle invettive contro gli amministratori locali, alle scene di violenza contro le forze dell’ordine, ma resta lo sgomento per lo spettacolo davvero poco edificante.

E’ possibile, per un paese civile, raggiungere un degrado di queste proporzioni?
Ebbene è stato possibile! Possibile, perchè quella che chiamiamo "emergenza" altro non è che la normalità! "Gomorra"
è stato pubblicato quasi due anni fa! E già allora l’emergenza era pura
normalità. Questo è il paese delle contraddizioni, più che delle
contravvenzioni. E allora la folla urla, sbraita e si infervora per
ragioni sacrosante: le tonnellate di rifiuti della Campania, ormai lo sappiamo quasi tutti, sono frutto di uno sporco lavorio causato dall’altrettanto lurido intreccio di camorra, industria e politica.
Ma,
senza voler prendere le difese di nessuno, occorre farsi un esame di
coscienza. Additare lo Stato come nemico è un giochino al quale non
vogliamo piegarci, convinti come siamo che lo Stato siamo noi! E allora siamo tutti colpevoli. Colpevoli di lassismo, di quel lasseiz faire che ci fa perdere il lume della ragione!
"Mi ribello", secondo Bergonzoni, vuol dire "riscoprire il bello"!
E allora se vogliamo davvero cambiare, occorre gridare che la camorra
"è una montagna (di rifiuti) di merda"! Occorre cercarla questa
bellezza, unendo le forze nello Stato e per lo Stato. Altrimenti
esulteremo per le vittorie di Pirro: le discariche resteranno chiuse e
i rifiuti continueranno a camminare; alle prossime elezioni cambieranno
i politici, nelle prossime generazioni cambieranno gli imprenditori, ma
la cultura, quella dell’illegalità e del malaffare, favorirà gli stessi
ciclici e mortali errori.
Fare rete e fare sistema è l’unica via: facciamo in modo che… emerga!
07/01/2008
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