Resistenze silenziose

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“C’è solo una cosa peggiore di un’esecuzione di massa. Un’esecuzione di massa che passa sotto silenzio. Senza alcuna condanna da parte della comunità internazionale. Senza sanzioni. Senza embarghi. Senza quel genere di attenzione politica che dovrebbe essere garantita alla protezione di ogni essere umano in quanto depositario di diritti civili inalienabili.” Così il corrispondente italiano di Peace Reporter descrive il massacro che si è consumato in Guinea alla fine di settembre. Da lunedì 28, il popolo è stato sterminato dalla polizia del capitano Moussa Dadis Camarà, salito al potere con un golpe lo scorso 23 dicembre. I giuneiani sono scesi in piazza per chiedere al dittatore di non presentarsi alle prossime elezioni presidenziali, che si svolgeranno a gennaio. Secondo l’ultimo bollettino sarebbero 157 le vittime degli scontri, decine gli arrestati e migliaia i feriti. Notizia del 15 ottobre è che la Corte Penale Internazionale ha aperto un’inchiesta per stabilire se questa repressione ha costituito crimine contro l’umanità. Ma c’è almeno un altro Paese del mondo che in questo momento sta vivendo una resistenza difficile. L’Honduras lo scorso 28 giugno ha subito un colpo di stato e da allora la popolazione sta resistendo pacificamente, nonostante i golpisti siano armati fino ai denti. Le cifre ufficiali parlano di 18 morti, 300 feriti e 3000 persone detenute illegalmente: un intero popolo perseguitato in maniera costante. Le accuse principali sono di non rispettare il coprifuoco.

Fonti: Internazionale, Peacereporter.net

19/10/2009
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