Quando la favola diventa scoop


Su GianFranco Fini iniziano a girare strane storie…”. Questo il titolo dell’editoriale firmato da Maurizio Belpietro su Libero, pochi giorni fa. Pubblichiamo (clicca qui) per intero il susseguirsi di “condizionali”, ipotesi, possibili risvolti, serie di domande che l’autore dell’articolo pone senza trovare risposte. Lo facciamo per portare l’esempio di quello che consideriamo non-giornalismo, basato sul vociare, sul possibile senza prova alcuna.


Come si evince chiaramente dal titolo, protagonista delle rivelazioni scottanti è il presidente della Camera che, secondo Belpietro, sarebbe nel mirino di un attentato. In programma ad aprile, lo scopo ultimo sarebbe quello di far ricadere la colpa ad ambienti vicini a Berlusconi, per creare un vantaggio elettorale a GianFranco Fini. Non solo. Da Bari a Modena, dove una escort dichiara di aver avuto rapporti sessuali con il leader di Fli in cambio di denaro. Nessuna prova, ma “tutto lo ha raccontato a me condendo la storia con una serie di altri particolari piccanti ed acconsentendo alla videoregistrazione della sua testimonianza” scrive sicuro della fonte il direttore di Libero.


Ora la magistratura ha aperto un fascicolo per capire cosa ci sia di vero sul presunto piano per colpire GianFranco Fini. Belpietro saluta l’iniziativa della magistratura come prova della veridicità delle notizie pubblicate. Qualcuno dovrebbe spiegargli che, a seguito di dichiarazioni che avanzano progetti per attentare alla vita della terza carica dello Stato, aprire un’inchiesta è un atto dovuto. Niente di più. Ma forse per il direttore di Libero è tutto superfluo considerando le ragioni che lo hanno portato a scrivere questa notizia: “Chi mi ha spifferato il piano non pareva matto”. Un’analisi sull’attendibilità della propria fonte a dir poco “inattaccabile”.


Voci dicono che la fonte fosse vestita da Babbo Natale e che abbia raggiunto Belpietro nel luogo stabilito per l’incontro con una slitta trainata da renne.

30/12/2010
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