Per una Scuola che formi davvero

E’ di oltre un mese e mezzo fa l’uscita dei dati dell’indagine PISA (Programme for International Student Assessment) che si
svolge su un campione di quindicenni in tutti e 30 i Paesi dell’Ocse
più un certo numero di altri paesi, e verifica con i test le loro
conoscenze in: lingua nazionale, matematica e scienze.
Tutti i giornali si sono soffermati ad analizzare il presunto ritardo dell’Italia rispetto agli altri paesi: chi per gridare allo scandalo, chi per negarlo in nome del metodo per certi aspetti inaffidabile utilizzato dall’indagine.
Quello che tuttavia ci pare più interessante, sono alcune linee di tendenza.
Emerge infatti che non c’è affatto un diffuso standard scolastico medio e moltissimo incide
l’organizzazione del singolo istituto: in particolare in Italia, vige
una profonda diffrenza tra il sistema dei licei (ampiamente sopra la
media Ocse) e gli altri canali formativi, così come si registra un fortissimo
divario regionale, dove il Nord Ovest la fa da padrone a discapito di
un Sud anche qui fanalino di coda.
Interessante notare poi che gli stati che progrediscono sono quelli che:

  • ritardano la selezione precoce del canale formativo da parte dell’alunno
  • rendono maggiormente autonomi gli istituti in tema di bilancio e selezione del corpo docenti
  • aumentano le attività extrascolastiche
  • pubblicano bilanci sociali e risultati ottenuti
  • formano con qualità e permanentemente gli insegnanti

Che ne pensiamo? Cosa emerge nei nostri istituti?
Crediamo che almeno su questo anguille ed esecutivi studenteschi dovrebbero fermarsi a riflettere.

28/01/2008
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