Pecore in erba

Si può fare dell’ironia feroce, della satira, sull’antisemitismo? Alberto Caviglia, al suo esordio dietro la macchina da presa, accetta questa scommessa difficile e fa centro: con “Pecore in erba” racconta l’immaginaria biografia di Leonardo Zuliani, ragazzo romano che cresce con la madre e la sorella, oltre al nonno paralitico che non parla, dai primi anni ’80 fino al 2006, quando scompare misteriosamente. Leonardo, fin da piccolissimo, manifesta un viscerale antisemitismo che lo rende un bambino problematico e poi un adolescente inquieto. La sua parabola è raccontata dai famigliari, i pochi amici, il suo psichiatra e una serie di personaggi dello spettacolo e della TV (Cazzullo, Freccero, Elio, Sgarbi, De Cataldo, Augias e tanti altri), che commentano la sua popolarità, ormai fenomeno di massa. Si ripercorre la sua vita e le sue idee geniali (se accettiamo la vena grottesca della narrazione), nel marketing, i siti internet, la letteratura, la saggistica, il fumetto e altro ancora. Tutti sono preoccupati per la sua improvvisa sparizione e si teme la vendetta di un emiro petroliere e milionario, che per vicissitudini assurde vuole la morte di Leonardo. Colpo di scena nel finale.

Attraverso la scelta del mockumentary (il falso documentario), Caviglia (ebreo pure lui) fa un film bizzarro ed esilarante, che spara a zero su tantissimi temi, oltre che ovviamente sull’antisemitismo: la Chiesa cattolica, l’ebraismo, la medicina e la psichiatria, gli slogan fascisti delle curve (il titolo arriva dall’anagramma di uno striscione pensato da Leonardo), una certa estrema sinistra filopalestinese, la società dello spettacolo e di massa, il fondamentalismo islamico, la stessa romanità folkloristica e tanto altro. Con trovate fulminanti (il fumetto “Bloody Mario”, la riscrittura della Bibbia, le barzellette di Magalli) fa ridere e riflettere. Qua e là, con le dovute proporzioni e differenze, ricorda “Zelig” di Allen. Morde, graffia, diverte, anche se perde qualche colpo in certe occasioni. Perdonabile, per il coraggio di andare fuori dagli schemi.

Se vi piace il politicamente scorretto, non potete perderlo!

04/10/2015
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