Patricia Accioli, magistrato antimafia assassinato a Rio de Janeiro

 

 

Patricia Accioli, 47 anni, con oltre 20 anni di carriera alle spalle, era un magistrato della città di São Gonçalo, alla periferia a Rio de Janeiro, conosciuta per il suo coraggio nel combattere il crimine organizzato.

 

Lo scorso 11 agosto, poco prima di mezzanotte, è stata uccisa con 21 colpi di pistola mentre rientrava nella sua casa di Niteroi, nell’hinterland carioca. Due uomini in motocicletta hanno affiancato la sua auto e le hanno scaricato addosso i revolver calibro 40 e 45, normalmente in dotazione alla polizia brasiliana e alle forze armate.

 

Accioli, madre di tre figli, nonostante la lotta dura che conduceva quotidianamente contro la criminalità organizzata, dal 2007 viaggiava senza scorta dopo che il Tribunale aveva deciso di diminuire gli agenti a sua disposizione.

Eppure il suo nome, nel gennaio di quest’anno, era stato trovato su una lista, sequestrata durante un’operazione di polizia, che conteneva i nomi di 12 magistrati condannati a morte dalla milicia, la mafia che controlla molte favelas di Rio de Janeiro.

 

Pochi giorni prima dell´agguato mortale, Accioli aveva decretato l’arresto preventivo di due poliziotti con l’accusa di essere integranti della milicia. Nel corso degli anni aveva fatto arrestare altri 60 appartenenti alle forze dell’ordine.

Le milizie sono gruppi paramilitari che avrebbero il compito di combattere il narcotraffico nelle favelas, ma in realtà agiscono come una vera e propria cupola mafiosa.

Nate negli ’70 per sopperire alla completa mancanza dello Stato in molte aree, l’attuale governatore dello Stato di Rio de Janeiro ha riconosciuto ufficialmente la loro esistenza solo nel 2007. Per difendersi dai trafficanti di droga, molti gruppi di cittadini sono costretti a pagare forze dell’ordine, pompieri, militari, agenti penitenziari e vigilantes per ricevere protezione, in molti casi perfino con l’appoggio di politici, consiglieri comunali e deputati.

 

Nel corso degli anni, il potere delle milizie si è talmente accresciuto fino ad ottenere il controllo totale di alcune delle comunità più povere di Rio de Janeiro. La loro forma di agire è esattamente quella della criminalità di stampo mafioso: esigono il pizzo dai residenti e vendono illegalmente i servizi base alla popolazione, come la distribuzione di bombole del gas, allacciamenti clandestini alla televisione via cavo e servizi di trasporto abusivi.

Una rete difficile da smantellare, proprio per le sue ramificazioni tra le forze dell´ordine e tra i politici, contro la quale tuttavia si batteva senza paura Patricia Accioli.

 

I rappresentanti del Consiglio nazionale di Giustizia hanno ammesso le falle nel sistema di sicurezza da garantire ai magistrati esposti in prima linea contro il crimine organizzato e ha rivelato che, oggi in Brasile, sono almeno 87 i giudici sotto minaccia.

Le indagini degli inquirenti intanto sono in corso e si concentrano negli ambienti della Policia Militar, obiettivo delle inchieste di Accioli, uno dei 13 magistrati dello Stato di Rio de Janeiro su cui tuttora pende una condanna a morte della criminalità organizzata.

30/08/2011
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