Panettone o pandoro?

Il Natale si avvicina e ci saranno varie occasioni di gustare i mitici panettoni e pandori.

Ma vi siete mai chiesti chi è stato ad inventare queste prelibatezze?

Per quanto riguarda il panettone, si dice che il Messer Ughetto degli Atellani, falconiere residente Milano, era innamorato di Algisa, la bellissima figlia di un fornaio. Per starle vicino, si fece assumere come garzone e, per incrementare le vendite e fare colpo sulla donna amata, provò ad inventare un dolce. Mescolò farina, uova, burro, miele e uva sultanina e infornò il tutto. Fu un grande successo e Ughetto riuscì a conquistare la sua amata. Dopo breve tempo si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.

Ma questa non è l’unica leggenda associata alla scoperta del panettone. Si dice anche che un cuoco al servizio di Ludovico il Moro, durante il periodo natalizio, fu incaricato di preparare un sontuoso banchetto di Natale a cui erano invitati personaggi prestigiosi dell’epoca. Ma il cuoco, distratto, dimenticò il dolce nel forno che si carbonizzò. Ma lo sguattero, Toni, venne in suo soccorso, proponendogli una nuova ricetta i cui ingredienti erano quelli rimasti in dispensa: farina, burro, uova, scorza di cedro e qualche uvetta. Gli ospiti rimasero soddisfatti e affascinati da questo dolce e vollero scoprirne la provenienza e il cuoco rispose: “L’è ‘l pan del Toni”. Da allora è il “pane di Toni”, ossia il panettone.

Il pandoro, invece, è un tipico dolce veronese. Secondo alcuni, le sue orgini provengono dall’Austria, dove si consumava il Pan di Vienna che, a sua volta, deriva dal pane francese.

Scegliere tra panettone e pandoro è come fare una scelta di campo – come dichiarò una volta Luciana Littizzetto: non ci si può schierare per entrambe le fazioni, occorre fare una scelta ben precisa.

Secondo un’indagine dell’Associazione Industrie Dolciarie Italiane risalente a qualche anno fa, il panettone trova i suoi massimi consensi tra gli over 35 – soprattutto nel Veneto, nel Lazio, nell’Abruzzo e nel Molise- appartenenti a una classe sociale media con bambini piccoli tra gli 0 e i 14 anni presenti in famiglia.

Il pandoro, invece, è preferito, nella maggior parte dei casi, da persone mediamente giovani (dai 15 ai 44 anni) residenti al Centro Sud, con un livello di istruzione medio-alto, soprattutto lavoratori autonomi, imprenditori e dirigenti, all’interno di famiglie numerose (più di 4 figli).

Davanti a panettone e pandoro 9 italiani su 10 si lasciano andare ad associazioni “positive”, mentre 1 su 10 li associa a valori “negativi”. Panettone e pandoro sono, in una parola, tutt’uno con i valori più tipici del Natale: la festa (74,8%), il piacere della gola (68,9%), l’allegria e la felicità (59,8%), la famiglia (46,8%), ma anche l’amore per alcuni ingredienti (21,5%). E poi via via, scendendo in percentuale, anche la tradizione, la vacanza, la cena della vigilia (o il pranzo di Natale), il calore e l’intimità della casa e l’orgoglio nazionale per dei prodotti campioni del Made in Italy all’estero.

Se non sapete cosa scegliere e avete bisogno di un animale guida, vi segnaliamo che il nuovo allenatore del Palermo, Mangia, ha dichiarato, pochi giorni fa, di preferire il pandoro al panettone.

Noi vi consigliamo, in ogni caso, di non prendere alla leggera questa scelta, perché potrebbe rovinare l’atmosfera natalizia in casa vostra e potrebbe farvi detestare, per sempre, il Natale.

Detto questo, vi auguriamo Buon Natale e felicissimo Anno Nuovo!!!

The St.Uff.

24/12/2011
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