(Pane) e acqua: lo sciopero della fame nelle carceri italiane


Mentre si accumulano silenziosi i suicidi e i detenuti, facendo rigurgitare carceri già al limite della capienza, un piccolo popolo altrettanto silenzioso smette di mangiare, per chiedere misure contro il sovraffollamento. Guidata da Marco Pannella, che ha iniziato lo sciopero della fame il 20 aprile, la protesta si è estesa in moltissime carceri italiane, nel quasi totale silenzio della stampa. Il meccanismo della staffetta sta facendo durare lo sciopero oltre i naturali limiti umani. Oltre a Pannella, aderiscono Rita Bernardini, deputata radicale, e Irene Testa, segretaria dell’associazione Il detenuto ignoto, entrambe dal 6 giugno.


All’iniziativa adersice anche l’Unione delle Camere Penali Italiane, con uno sciopero che, partito l’1 giugno dal presidente Mario Spigarelli, coinvolgerà a staffetta tutta la giunta. Le motivazioni: la “drammatica situazione delle carceri italiane”, il sovraffollamento “cresce senza che ancora alcun serio provvedimento venga avviato per fronteggiare quella che non è più una emergenza ma una cronica condizione”. E “come conseguenza del sovraffollamento”, si fa notare, “cresce anche il numero dei suicidi, segnale drammatico delle condizioni di disagio fisico e psichico in cui vivono i detenuti”. Si aggiungono, a partire da lunedì scorso, 13 giugno, gli psicologi penitenziari. A staffetta, copriranno un periodo che arriverà fino a sabato 18.


In una nota dell’associazione Il detenuto ignoto si citano 17 carceri intorno alle quali i parenti dei detenuti (circa 2.300, stimati) stanno scioperando, o hanno scioperato per un periodo di tempo. Fra i detenuti, 58 sono le carceri coinvolte, con la partecipazione completa (tranne coloro con patologie gravi) degli Istituti di Regina Coeli (Roma), Velletri, Cuneo, Matera, Catania, Viterbo. A San Vittore (Milano) sciopera tutta la Seconda sezione più 225 detenuti del terzo raggio. In Piemonte, oltre a Cuneo, scioperano a Ivrea, Vercelli e Torino. Nella nostra città, al Lorusso-Cotugno, tutti i detenuti della IV sezione più 6 del padiglione E. Sommando gli istituti non citati sopra, il numero dei detenuti scioperanti frammentati in tutta Italia supera i 10mila.


Solidarietà (materiale e partecipativa) anche da parte di 10mila cittadini, dei volontari del carcere di Cuneo dell’Associazione Ariaperta, e quattro guardie penitenziarie del carcere di Rieti.

16/06/2011
Articolo di