Paesi in catene.

catena



“Sono giorni che vado maturando queste parole. Esitavo a dirle, perché mi parevano eccessive. Apocalittiche. Poi mi sono ricordato che in Giovanni il linguaggio apocalittico è l’altra forma del linguaggio profetico. Quindi non credo di esagerare se dico che è il Paese a essere corrotto. C’è la corruzione endemica, denunciata dalla Corte dei Conti; e c’è quella più strutturata e sfuggente delle grandi organizzazioni criminali, tra le più potenti al mondo. In ordine d’importanza: ’ndrangheta, Cosa Nostra, camorra.”


Parole che vengono dal Presidente della Commissione Antimafia Giuseppe Pisanu, di fronte ai fatti degli ultimi giorni. Il capo della Protezione Civile Bertolaso, insignito del titolo di ministro come se si trattasse di un’onorificenza, pochi giorni dopo riceve un’avviso di garanzia per i reati di corruzione e concussione. Reati legati ad un evento di massima importanza diplomatica, il G8 – inizialmente pianificato alla Maddalena, con il conseguente indotto di appalti, e poi spostato a l’Aquila. Peraltro durante un periodo di dibattito serrato sull’immunità parlamentare: c’è addirittura chi pianifica una sistemazione della questione entro il 2011.


Che fare? In Kenya si sono incatenati, materializzando ciò che la corruzione stava facendo al loro Paese. La corruzione paralizza, nel loro caso causa anche una guerra civile con migliaia di morti. Non è apocalittico dire che siamo schiavi degli interessi privati e di chi sfrutta le istituzioni pubbliche per difenderli. Anzi, forse finora li abbiamo sottovalutati.

24/02/2010
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