Oltre il fumo delle esplosioni

Di Davide Ziveri

Quando lessi dell’attentato a Charlie Hebdo, mi chiesi cosa avrei provato se fosse successo nella mia città : e stamattina eccoci investiti dalle ultime notizie e presto dalle emozioni che si propagano come un’onda sonora.
Nell’urgenza le sirene corrono e il sistema di soccorso da il meglio di sé. Inutile invece è stata la militarizzazione della città nei giorni scorsi. Dal 2001 ad oggi non abbiamo ancora compreso quale sia il giusto equilibrio tra sicurezza e libertà. Cosi ci ritroviamo a reagire sempre nello stesso modo, tra paura e rabbia.
Una volta controllato su Facebook che nessun conoscente sia rimasto coinvolto, la preoccupazione è per gli amici che oggi debbono comunque andare a lavorare in città o sul treno alta velocità. La radio è un sottofondo costante, ma i commenti sono prematuri, quando non fuori luogo. Vedremo nelle prossime ore se saremo capaci di capire, al di là di facili stereotipi. Vedremo nei prossimi giorni se saremo capaci di dimostrarci uniti e coraggiosi. Verrà il tempo per celebrare la memoria dolorsa delle vittime, esprimere solidarietà con i sopravvissuti, riprenderci le strade. Queste sono le sfide che ci attendono. La capitale d’Europa è sotto attacco, quello della violenza (da qualsiasi parte provenga). Occorre una prova di forza, questa volta non-violenta! E deve essere collettiva, di tutti i cittadini europei. Noi stiamo bene, ma l’Europa é ferita. Se Bruxelles è oggi il fronte di questa lotta, occorre abitare il conflitto con coraggio e speranza.

22/03/2016
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