Occupazione ex-Moi: una surreale isola pedonale

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Dopo gli episodi di Bologna e Roma, la Lega Nord ha deciso di farsi voce del malcontento delle periferie torinesi riassumendolo in un discorso a tratti sconnesso, ma di chiaro stampo razzista.

Il poco seguito comizio in piazza Galimberti di sabato 20 dicembre ha avuto il solo risultato di militarizzare il quartiere: quindici blindati di polizia e carabinieri, tenuta antisommossa, negozi chiusi in periodo natalizio. Per quasi tutta la giornata si è creata un’irreale isola pedonale per ingabbiare le provocazioni leghiste la cui voce non ha raggiunto la vicina area ex-olimpica occupata dove invece musica e cori di protesta animavano il presidio antirazzista.

 

Dopo due anni di silenzio da parte delle Istituzioni, anni in cui di fronte ad episodi di spaccio a minorenni o qualche isolata rissa, le forze dell’ordine non rispondevano alle chiamate dei cittadini, sabato era invece tutto sotto controllo. In che modo? Con centinaia di poliziotti per far fare ottime fotografie di una mancata guerriglia urbana ai giornalisti. Nessuno però ha reso conto dell’intensa e faticosa opera di tessitura, coordinata dalla Circoscrizione IX, per un tavolo di lavoro con i soggetti del territorio, Città di Torino, associazioni, comitato di solidarietà, migranti. È cosi che una settimana fa i cortili interni sono stati ripuliti insieme, consegnando ai vicini di casa una piazzetta su cui si affaccia l’Ostello della Gioventù, il condominio solidale Buena Vista, le palazzine occupate. Martedì scorso una commissione del Comune ha potuto verificare le condizioni di questi spazi, lasciati vuoti per sei anni dalla proprietà Fondo Città di Torino, sperando che abbia compreso quali interventi siano necessari di fronte all’arrivo dell’inverno.

 

La politica che ci piace è quella capace di dialogare con l’obiettivo di gestire la realtà dei fatti, anche quando la realtà è complessa ed eventualmente conflittuale. La realtà dell’ex-Moi è quella di un multietnico polo giovanile, uno spaccato della nostra società: studenti Edisu, lavoratori del terzo settore, turisti zaino in spalla, migranti. La politica dovrebbe vedere la forza di questo angolo di città e dare gli strumenti al territorio per un dialogo davvero costruttivo. Quello che non può trovarsi negli appelli ideologici della Lega, passata a raccogliere voti nella guerra tra poveri, mentre oggi ci risvegliamo in un quartiere più tranquillo di quanto raccontato sulle pagine dei giornali, che si interroga su come risolvere i veri problemi di una convivenza civile in una situazione di emergenza abitativa.

22/12/2014
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