Nord e Sud: eterne rivalità

“Al sud lavorano poco”. “Dalla capitale ci rubano i soldi”. “Nessuno paga le tasse, ma a noi fanno i controlli”.

Sembra di parlare delle eterne diatribe tra il Nord e il Sud del nostro Paese, ma invece i conflitti di costume sono diffusissimi in tutta Europa. Nei casi qui citati, si parla di stereotipi tipici delle Comunità Autonome della Spagna, eternamente in lotta tra loro per la conquista di un pezzettino in più, che mai si ottiene.

Oltre al noto caso dei Paesi Baschi, già dotati di notevole indipendenza, economica e politica, nonché di una lingua ufficiale distinta dallo spagnolo, le regioni che più concorrono nella lotta tra cliché sono la Catalogna, l’Andalusia e naturalmente la Castiglia. I preconcetti rivolti verso la capitale, Madrid, sono però di natura diversa. Se i catalani rivendicano la loro indipendenza, chiedendo un sistema fiscale che non tolga ai più ricchi per dare ai più poveri (ebbene sì, abbasso Robin Hood), in Andalusia lamentano i pochi aiuti da parte del Governo centrale. Andalusia ed Estremadura, le due regioni spagnole più povere e per diversi mesi a rischio default, non si sentono certo le prescelte di Rajoy, ma lamentano anche il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati dal buon vecchio Zapatero.

Dall’altro lato, la Catalogna storce il naso di fronte al costante obbligo di pagare tasse altissime in quanto altamente produttiva, per far poi confluire il denaro sulle suddette regioni, che necessitano di aiuti. “Necessitano di aiuti, dice un produttore di cava catalano, solo perché non lavorano molto. Stanno sempre chiusi, lavorano poco, e in nero. Qui da noi mandano i controlli per i contratti e gli esattori delle tasse una volta al mese, e siamo tutti in regola, al Sud non controllano mai eppure in un ristorante su dieci camerieri al massimo due sono contrattualizzati correttamente. Per questo le tapas le regalano, se no sarebbe impossibile”. Per parte loro gli andalusi si difendono sostenendo che non lavorano poco, ma ad orari diversi. Con ventisei gradi il trentuno di gennaio, per la maggioranza dell’anno la siesta è una tappa obbligatoria, che vede i negozi aprire mediamente verso le sedici o le diciassette e chiudere intorno alle ventidue.

Esistono poi questioni di costume di altro genere: al Sud sono soliti dire che i catalani sono troppo chiusi. Un ragazzo, a Siviglia, sostiene che sia impossibile amare Barcellona. “Come si fa ad amare una città dove la gente è così chiusa? Sono stato lì due anni ed ho conosciuto solo stranieri. I catalani non sono affatto accoglienti, al di là della questione della lingua. Siamo tutti stranieri per loro, e non ci amano molto”. Sicuramente nulla a che vedere con la felicità sguaiata dell’Andalusia: mercati all’aperto, camerieri urlanti nei ristoranti, feste in ogni angolo.

Altra cosa è la questione storica: la Catalogna è tradizionalmente antimonarchica, a differenza della lussuosa Madrid che ospita il Palazzo Reale, ed anticattolica, in opposizione ad un Sud costellato più di chiese che di case. Catalogna e Paesi Baschi sono inoltre le regioni nelle quali è vietata da qualche anno la pratica sanguinosa della corrida, tanto amata invece dagli andalusi.

Resta poi la questione dello spagnolo: di per sé, in pochissime parti della Spagna si parla il castigliano che ci insegnano a scuola, con eccezione della Castiglia dove naturalmente è assai diffuso. In Andalusia i modi un po’ rozzi e divertenti degli abitanti li portano ad accorciare praticamente tutte le parole, ma già tra Malaga e Cordoba la gente fatica a comprendersi appieno. In Catalogna, come sappiamo, si parla il catalano, lingua ufficiale, così come nei Paesi Baschi il basco e nella Comunità Valenziana il valenziano, molto simile alla lingua barcellonese.

Per parte sua, Madrid un po’ subisce ed un po’ scocca frecce mortali, di quando in quando. Sta a guardare cosa accade nelle sue regioni e cerca di salvare capra e cavoli regalando aiuti sia all’Andalusia in difficoltà che alla sprezzante Catalogna, ma non manca di rimettere al proprio posto chi, come il Presidente della Generalitat de Catalunya Artur Mas i Gavarro, alza troppo la testa.

Certo le rivalità tra il Nord e il Sud di un Paese sono storiche e naturali, ma vista la crisi nella quale ci troviamo la Spagna, come tanti Paesi d’Europa, farebbe bene a trovare accordi intelligenti tra le regioni per permettere una collaborazione produttiva e un tentativo di sentirsi, per una volta, uno Stato reale.

15/02/2013
Articolo di