Non chiudete Reader

 

Esiste un’applicazione di Google di cui pochi sono a conoscenza: Google Reader. Questa applicazione, ha annunciato Google, verrà chiusa il primo luglio dell’anno in corso.

 

Perché parlarne, dunque, se in pochi la utilizzano e in breve scomparirà?

I motivi sono numerosi, ma partiamo da quelli basilari. Google Reader è un’applicazione per aggregare Feed, utilizzata in particolare dagli addetti ai lavori, ovvero in effetti una bassa percentuale della popolazione. In pratica, tramite tale applicazione, è possibile tenere sempre aperta una pagina che aggrega le informazioni e le notizie che ci interessa tenere sotto controllo senza dover di volta in volta effettuare la ricerca. Qualunque sito o blog che su internet utilizzi gli RSS (Really simply sindication), ovvero una tipologia di formato per la distribuzione di contenuti in Rete, può essere aggregato nelle notizie di Reader.

 

La faccenda sembra complessa ma non lo è, ed ha soprattutto un grande vantaggio: in molti Paesi dove è attiva una censura per i contenuti web, Reader aggira la censura perché gli RSS non sono bloccati.

All’annuncio della chiusura di Reader, dunque, non sono stati soltanto i fanatici dell’applicazione a reagire, ma anche e soprattutto giovani giornalisti o blogger dei Paesi in questione: dall’India e dalla Cina su Twitter i messaggi disperati di chi pensa di perdere la sua possibilità di restare a contatto con il mondo si sono moltiplicati fino a diventare un grido disperato di aiuto. In quello che è stato definito dagli utenti “a sad day”, il popolo di Internet non si capacita per la scelta dell’azienda, ed avvia una petizione contro la chiusura nella quale spopolano i messaggi sul tema della libertà del web. Oltre il 2% dei firmatari della petizione, scrive Il Fatto Quotidiano, provengono infatti da Paesi definiti “nemici di Internet”.

Naturalmente, la questione non è tecnica: Google non chiude Reader perché non funziona, ma perché non rende. Già da tempo la compagnia aveva effettuato delle modifiche all’applicazione inserendo un tasto legato a Google +, mostrando così il suo interesse principale in questo momento. L’azienda è infatti ora concentrata sul progetto Google +.

 

Molti si consolano pensando che Twitter sostituirà gli RSS, ma non è così. Sul giornale online The Verge, Dieter Bohn scrive: “Twitter è in tempo reale, RSS è in differita”. Questa è solo una delle sue considerazioni sulle differenze tra le due applicazioni. Twitter, inoltre, è un luogo di rimbalzo di notizie dove chiunque scrive, e come tale contiene notizie di ogni genere, anche false e stupide. Gli RSS funzionano, come abbiamo visto, in altro modo: di fatto sono nuove pagine web con gli aggregati di notizie provenienti da altri siti. L’articolo conclude sulla questione della libertà del web: “uccidere Google Reader non è come uccidere l’open web, ma questo non è qualcosa che dobbiamo prendere per scontato. Dobbiamo combattere per questo, e dobbiamo continuare a combattere per gli RSS per continuare ad essere parte di ciò.

27/03/2013
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