Nella casa

 

 

Si può uscire dalla sala, con la sensazione di essere stati raggirati, con il dubbio di aver assistito a una storia meta-meta-cinematografica, lo diremo subito. L’ultimo film del regista F. Ozon, infatti, sembra un divertissement macabro. Il professor Germain (F. Luchini) insegna letteratura al liceo e tra i suoi studenti, quasi tutti poco propensi alla scrittura, viene colpito da Claude, molto dotato nella parola scritta, che inizia a raccontare, nei suoi temi, il rapporto con il suo compagno di classe Rapha e, soprattutto, con la sua famiglia. Claude diventa intimo del nucleo famigliare (mamma, papà e figlio unico) e frequenta abitualmente la loro abitazione, narrando ciò che osserva pazientemente. In una sempre più ambigua relazione, tra Claude e la famiglia di Rapha, si susseguono i temi che analizzano con ironia caustica, o con fredda chirurgia, i rapporti interpersonali, le frustrazioni, i sensi di colpa, la rabbia repressa. Claude è attratto voyeuristicamente, potremmo dire parafrasando Bunuel, da quel fascino discreto della borghesia (famigliare) e ne scrive. Il professore lo incita ad andare avanti, per assecondare il suo talento, risucchiato a sua volta dalla curiosità della storia, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo. L’epilogo si prospetterà crudele e grottesco.

Con ironia feroce, capacità narrativa indubbia e bella orchestrazione di attori, Ozon dirige un film inquietante: perverso, divertente, satirico, con risvolti thriller. La sceneggiatura (che forse indugia e indulge un po’, solo nel finale), mescola progressivamente sempre di più, la realtà e la finzione, il racconto e l’interpretazione, la fantasia e i desideri. Ci costringe a diventare spettatori di nascosto, di un dramma nelle mura domestiche, in cui la storia è filtrata da Claude, che a sua volta la scrive e la rende materia di interpretazione per il professore e sua moglie (K. Scott Thomas). Un labirinto ossessivo, dove il giovane biondo protagonista (E. Umhauer), in apparenza angelico, è invece il luciferino demiurgo.

Forse non si riesce a spiegare la trama così bene, ma guardatelo e capirete quel che volevamo dire.

 

20/05/2013
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