Nascono nuovi Gec !

I Gec sono lo strumento  dell’ associazione Acmos proposto ai ragazzi che incontra nelle scuole, per impegnarsi attraverso l’educazione alla cittadinanza.

Sono gruppi nati nel 1999 a Torino ma a partire da quest’anno l’esperienza  non coinvolge più solo il nostro territorio, ma anche altre zone d’Italia.

A testimoniarlo è la nascita di novi Gec, a Verbania e a Bologna.

Per saperne di più, abbiamo intervistato Giacomo Molinari e Andrea Giagnorio.

 

Giacomo, come nasce l’esperienza del Gec a Verbania?

Il GEC è nato in novembre, a seguito di un percorso particolare che abbiamo attivato in collaborazione col liceo “Bonaventura Cavalieri” di Verbania.

Da qualche anno, in questa scuola alcuni insegnanti decidono di realizzare con le loro classi un percorso particolare, una settimana di convivenza; in pratica, gli studenti della classe che vogliano aderire al progetto coabitano per un mese in una struttura- proprietà degli Scout- sita a Cavandone, frazione collinare di Verbania.

 

In cosa consiste l’esperienza di coabitazione dei ragazzi?
In questi giorni seguono regolarmente le lezioni a scuola, ma condividendo i momenti informali della giornata imparano a conoscersi, a fare gruppo, a mediare il conflitto in maniera positiva.

A noi è stato richiesto di approfittare delle settimane “comunitarie” per affiancare al nostro laboratorio di 6 ore sul tema dell’educazione alla cittadinanza, alcune attività pre e post cena da vivere insieme agli studenti che il mattino successivo avremmo incontrato nuovamente in classe.

Questo percorso ha portato ad aggregare una quindicina di ragazzi, sopratutto di terza e quarta superiore, desiderosi di approfondire alcune tematiche trattate in classe…in primis, la Costituzione.

Da lì abbiamo avviato un rapporto settimanale di accompagnamento e formazione, che ha spinto i ragazzi a maturare la volontà di costituirsi in un GEC, di cui zii siamo io, Alessandro Baselli e Marco Tosi.

 

 

Come nasce il nome del Gec?

Il nome del GEC, scelto dai ragazzi, è il frutto di una lunga discussione:) hanno deciso di chiamarsi “LEGO”, in virtù del verbo “legare” -unire, aggregare, raggruppare- e della metafora dei mattoncini colorati: da soli servono a poco, ma insieme possono creare costruzioni meravigliose.

 

Andrea, come nascono i Gec a Bologna?

I gec sono nati dalle esigenze di dare una struttura solida, funzionale all’associazione e soprattutto di fare gruppo, di essere veramente associazione, attraverso la discussione, l’ascolto, il dialogo reciproco, prima di tutto fra noi associati.

 

Quanti Gec sono nati ad oggi e quali nomi hanno scelto i ragazzi?

Esistono io tre Gec e su tre Gec solo due hanno un nome, entrambi frutto di una lunga ed estenuante discussione (segno evidente di ciò è il fatto che il terzo gec non si sia ancora messo d’accordo). Per gli esterni sono abbastanza incomprensibili: Gec cagnolina connie e gec bon bon, lascio ai lettori le interpretazioni.

 

Da quante persone sono composte i gec?

I gec sono composti all’incirca da una decina di ragazzi e ragazze l’uno. Ogni gec decide di cosa parlare e su cosa confrontarsi ad ogni incontro. Come associazione, certo, abbiamo dato una traccia, che ricalca quella della campagna per la cittadinanza che abbiamo scelto come rete wecare per quest’anno

 

Quali sono i temi che affronterà il Gec durante l’anno?

La povertà, ed in particolare la povertà di futuro, che ogni gruppo sta scegliendo come declinare a seconda dell’interesse dei partecipanti.
Un gec ha scelto di affrontare il tema della povertà dei luoghi, e quindi le case, i palazzi abbandonati, i beni comuni lasciati all’incuria. Gli altri due, invece, si stanno concentrando sulla povertà di futuro nei giovani: i giovani nelle scuole che incontriamo grazie ai nostri progetti ed i giovani più emarginati che vivono nel carcere minorile e nelle comunità della nostra città.

 

 

19/02/2014
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