Moonrise Kingdom – una fuga d'amore

Lo diremo subito, se volete un film canonico, senza assurdità, con una trama classica e personaggi razionali, lasciate perdere. E diremo anche subito, che in certi momenti, viene il dubbio che Wes Anderson, regista e sceneggiatore, e Roman Coppola, co-sceneggiatore e suo amico, si siano fumati qualcosa nel scrivere la storia, indubbiamente divertendosi!

 

Moonrise Kingdom è una favola surreale e tenera. La storia di amore impossibile, nel New England del 1965, tra uno scout senza genitori e una ragazza solitaria con una famiglia che le va stretta. I due fuggono, abbandonando lui il campo scout e lei la casa natale, per avventurarsi su un antico sentiero. Alla ricerca dei due giovani fuggitivi si lanciano un poliziotto (B. Willis), il capo scout (E. Norton) e la sua compagnia, i genitori avvocati di lei (B. Murray e F. McDormand), fino alla perfida e di viola vestita Servizi Sociali (T. Swinton), o il mega capo scout (un cameo per H. Keitel).

 

Lieto fine in conclusione, momenti di umorismo buffo e grottesco, un cast splendido e bravissimo, scenografie che paiono di cartone e una musica funzionale. Tutto questo non spiega l’incanto del piccolo film, del dandy geniale Anderson (“I Tenenbaum”, “Un treno per Darjhelling”). Apparentemente sgangherato, con picchi di nonsense in certi dialoghi, lasciateci citare almeno alcuni momenti: l’ispezione iniziale del capo Scout ai suoi ragazzi, la scena del primo bacio dei giovani protagonisti, il “matrimonio” nella cappella degli scout, la sequenza finale in chiesa e sul campanile… E forse Anderson, a leggerlo seriamente, mette in ridicolo tutte le istituzioni classiche: la famiglia borghese, gli scout, la società che rinchiude i suoi figli più scapestrati…

 

Folle, romantico e sognatore. Come sempre Anderson nei suoi  film!

15/12/2012
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