Mia madre

Margherita (M. Buy) e Giovanni (N. Moretti) sono due fratelli, ormai persone adulte, che affrontano la malattia e il ricovero della propria madre (G. Lazzarini). Lei è una regista e sta girando un film, incentrato sull’occupazione di una fabbrica da parte degli operai, ostili al nuovo padrone (J. Turturro); lui un ingegnere, che ha preso l’aspettativa per prendersi cura del decorso ospedaliero dell’anziana madre, professoressa di latino in pensione. Margherita ha una figlia adolescente, un marito da cui si è separata, una relazione con un attore del film, che gira a vuoto. Il ricovero della madre ogni giorno diventa più faticoso per tutti, rivelando il peggioramento delle condizioni di salute della donna, lasciando poche speranze ai famigliari. Margherita cerca di finire il film, dovendo badare alle bizze del protagonista, un po’ cialtrone, e alle sue difficoltà con la dizione italiana, alle incomprensioni con la troupe, alla dimensione interiore di dolore, che non riesce ad accettare di fronte all’esito inevitabile della malattia della madre.

Nanni Moretti mescola privato e pubblico, combina insieme il piano leggero (si ride per le disavventure sul set, per le fisime della “star” Turturro), a quello dolente, ma con misurata sobrietà (ellissi, dialoghi ridotti, dissolvenze), affidando a Giovanni la reazione pacata e contenuta, a Margherita quella viscerale, eppur entrambe così umane. “Mia madre”, scritto con Francesco Piccolo e Valia Santella, colpisce nella sua semplicità. Ci costringe a riflettere sulla natura delle relazioni, sulla reazione personale di fronte al dolore e alla morte annunciata di un genitore; ma anche sul rapporto tra cinema e realtà, tra finzione e vita terrena. Ci si commuove, nei passaggi più semplici e nelle inquadrature più “laterali” (i libri della madre, le incertezze dei personaggi nella quotidianità, i sogni ad occhi aperti o nel sonno della protagonista), ci si riconosce come in qualcosa di famigliare, non si può non concedere affetto ai protagonisti, compreso il fanfarone (ma poi davvero tanto?) attore di Turturro. Ottima resa degli interpreti, con Moretti in un ruolo minore, e una splendida Lazzarini.

Andrà a Cannes, con i film di Sorrentino e Garrone. Una boccata di ossigeno di cinema italiano!

 

 

 

19/04/2015
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