Mario Monti: le speranze per il Premier

Mario Monti, premier in pectore di un nuovo governo, che dovrebbe crearsi a giorni, è teso. Questo è evidente a chiunque, forse nessuno oggi vorrebbe trovarsi nei suoi panni. Ed è naturale e comprensibile, visto l’arduo compito che il Preside della Bocconi si accinge ad affrontare: uscire dalle macerie di 17 anni di dissennato berlusconismo (almeno governativo, lasciamo perdere quello culturale), provare a rispondere con concretezza agli impegni presi con l’UE, non rimanere schiacciato nelle faide politiche, acuite dopo le dimissioni di Berlusconi, fuori, dentro e contro l’ex maggioranza di governo. Ci sono alcune cose che, al di là degli auspici, si possono dire e che ci fanno essere anche un po’ speranzosi.

La prima: la caratura professionale e personale di Mario Monti. Il suo curriculum l’ha portato alle vette dell’attuale sistema economico (a prescindere dal fatto che ci piaccia o no), in Italia e in Europa, rendendolo un personaggio stimato e apprezzato quasi ovunque. Sembrerà un dettaglio, ma in questo momento c’è bisogno di sobrietà, anche nei modi e nel linguaggio. Monti ha sorpreso molti di noi, per la pachetezza dell’esprimersi, al limite di una comunicazione criptica e un po’ sfuggente. Ai giornalisti ha riservato pochissime dichiarazioni, ai leader politici ed economici considerazioni lapidarie, preferendo lavorare sugli impegni da prendere.

Sembreranno inezie, ma dopo anni di barzellette sconce, volgarità gratuite, insulti agli avversari e comportamenti molto discutibili, al limite dell’illegalità, questa già sembra una rivoluzione copernicana.

In secondo luogo: Monti vuole un Governo forte, sostenuto dalla più ampia maggioranza possibile, che duri fino al 2013, sperando di avere anche politici e non solo tecnici nella sua squadra. Chiede la luna? Non sembrerebbe, anzi la sua risolutezza pare semplicemente, e scusate anche qui se è poco, utile a fare il meglio possibile. Un Governo autorevole, composto da personalità di alto livello, che sappia fare anche le scelte impopolari che servono.

Infine, Monti smentisce le misure da “lacrime e sangue”, ma parla di sacrifici necessari. In questo, vogliamo leggere una promessa di rigore, indispensabile per affrontare questa crisi. Rigore e sacrificio, che facciano abolire i più vergognosi privilegi vigenti, che facciano pensare a misure importanti come la cosiddetta Patrimoniale, perchè a pagare questa crisi non siano solo le fasce più svantaggiate e deboli.

È lecito aspettarcelo da un bocconiano, fortemente europeista, che multò (da commissario europeo) la Microsoft per 497 milioni di euro per abuso di posizione dominante e venne appellato, dal Wall Street Journal, come “Zar dell’antitrust”? La risposta è sì, soprattutto dobbiamo aspettarcelo.

Dobbiamo sperare che Monti, saggiamente, si circondi di collaboratori e ministri che vogliano davvero contribuire a risanare il Paese, nelle sue articolazioni economiche, ma anche sociali.

Perchè insieme si vince.

Di uomini della provvidenza ne abbiamo già visti e, oramai, non sappiamo più che farcene.

15/11/2011
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