Mafie nel Lazio, intervista ad Antonio Turri

 

Abbiamo intervistato Antonio Turri, responsabile di Libera Lazio, in merito alla situazione delle mafie a Roma e in tutta la Regione, dopo le vicende delle ultime settimane, che hanno fatto parlare molto, delle vicende, i giornali e le Tv: sparatorie da Far West in mezzo alla strada, dichiarazioni stupite del sindaco Allemanno, situazione molto difficile nel sud della Regione, con la presenza sempre più evidente della Quinta Mafia.

 

Antonio, qual è la situazione a Roma? Nelle ultime settimane si è letto sui giornali e visto in Tv, di molteplici sparatorie e si è tornato a parlare della Banda della Magliana. Qualcuno forse pensava che erroneamente che fosse ormai solo più materiale da fiction e da film…

“Sì. Dall’inizio dell’anno si sono verificati 28 omicidi, di cui almeno 12 con modalità tipicamente mafiose: un colpo alla testa, in pieno giorno. Anche il sindaco Allemanno comincia a parlare di criminalità organizzata, di presenza mafiosa sul territorio e di questo Libera prende atto, anche con soddisfazione; almeno si ammette il livello di infiltrazione, ma noi rimaniamo convinti che le infiltrazioni a Roma risalgono agli anni ‘7o, già la Banda della Magliana era un’espressione tipica di associazione mafiosa, anche se quel processo si è concluso con condanne per associazione a delinquere semplice (art. 416 c.p., ndr). Negli anni ’90 le mafie si sono radicate, anche nel controllo dei mercati economici e dagli anni 2000 si parla di “Quinta Mafia”, cioè di un nuovo fenomeno criminale che coinvolge criminali autoctoni, contaminati a clan esterni, pezzi dell’economia locale e della politica.”

 

Com’è la situazione nel basso Lazio? Nelle ultime settimane, si sono susseguiti gli atti di vandalismo nel bene confiscato di Borgo Sabotino. Come procede il vostro lavoro?

“Il nostro lavoro procede con la solidarietà di tanti gruppi, in modo particolare di tante persone, oltre che le associazioni; persone che ci stanno mettendo la faccia, che insieme ai ragazzi di Libera, stanno mandando una risposta forte, non soltanto agli autori delle devastazioni, facendo capire che la reazione della società responsabile è quella più utile e importante: i rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e della magistratura sono vicini ai ragazzi di Libera, ma si sta sempre più allargando quella fetta di persone comuni che si impegnano a viso aperto.”

 

Cosa succede a Fondi, il comune di sud del Lazio, per cui si è chiesto più volte, ma senza successo, lo scioglimento per mafia?

“20 giorni fa proprio a Fondi sono stati sequestrati dei Tir, carichi di armi da guerra, presso il celeberrimo MOF (mercato ortofrutticolo di Fondi, ndr), uno dei più importanti d’Europa. Queste armi, sostengono i Ros dei Carabinieri, erano destinate alla Capitale e al suo mercato criminale. Teniamo conto che si parla di armi come kalashinikov, bombe a mano, armi da puntamento, cioè quelle che servono a colpire auto blindate. Questa è la dimostrazione che il caso Fondi è stato sottovalutato e che da lì nasce il concetto di Quinta Mafia, quella da contaminazione, che si sta esportando non solo nel Lazio, ma anche nel nord Italia. Roma è e rimane la Capitale del Paese, non solo quella politica, ma anche quella dove si prendono decisione economiche, che in questo momento di crisi, hanno ripercussioni a livello europeo. Quindi è importante tenere la guardia alta anche qui e fare la lotta alla mafia a Roma: proprio il 2 dicembre, dopo i noti fatti di sangue a Ostia (due recenti omicidi con modalità mafiosa, ndr), Libera, unitamente a CGIL, CISL e UIL, e a dei comitati locali di Ostia, che come quartiere fa 300 mila abitanti, farà una fiaccolata; al corteo parteciperà Gabriella Stramaccioni, direttrice generale di Libera, insieme alla società responsabile, di cui parla sempre, Don Luigi Ciotti, per manifestare la voglia di cambiamento e contrasto alla mafia.”

 

Grazie, Antonio, e buon lavoro!

30/11/2011
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