L'ira(n) per lo scudo fiscale

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Un bel giorno la signora Guerra si alzò di scatto e disse: “Ho tanti anni sulle spalle e non ho più l’età per stare in trincea.”

Da allora sono passati decenni, ma se c’è una cosa che l’uomo non ha smesso di fare è proprio progettare nuove armi e stili di guerra.

Vere e proprie strategie tese a fare del male. Uomini e uomini e ancora uomini che si industriano per l’industria bellica. Qui sta il grande dilemma:  cosa ci sia di realmente bello, nessuno l’ha ancora capito.

L’ultima trovata, proprio a pochi giorni dalla risoluzione Onu per il disarmo e la non proliferazione nucleare, sono i missili a lungo raggio che l’Iran ha appena sperimentato: possono colpire ad una distanza di 2000 km.

Troppa grazia anche per le ronde padane che già pregustavano di chiederne qualche esemplare per aiutare il governo italiano nell’applicare il decreto sui respingimenti…

Poi qualche illuminato di Palazzo deve aver pensato che con un simile raggio d’azione, Israele diventa un obiettivo facile e sempre a tiro, agitando le acque già non troppo quiete di tutto il medioriente. Di lì alla reazione internazionale, il passo è stato breve.

Ma come si sa, il popolo italiano è un poplo creativo ed anche in questa occasione non ha aspettato a dare risposte concrete.

Con una mossa degna delle migliori delle democrazie, il governo ha approvato lo scudo fiscale: uno strumento utilissimo per difendersi da eventuali attacchi militari iraniani, meglio persino dello scudo spaziale!

La sicura efficacia in termini di difesa è stata riconosciuta anche dall’opposizione che è stata determinante con i suoi assenti per l’approvazione del decreto anticrisi che contiene il provvedimento.

I soliti “diffamatori” gridano al favore alle mafie ed all’inno all’evasione.

La verità è che siamo davvero in preda all’Ira(n)!






03/10/2009
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