Lettera a Italo Tibaldi

Pubblichiamo questa lettera scritta dai ragazzi dell’Esecutivo S.P.E.S. di Ivrea a Italo Tibaldi, ex staffetta partigiana e reduce dei campi di concentramento di Mathausen ed Ebensee


“A Italo Tibaldi,
da noi conosciuto come Testimone della Resistenza,
Amico,
e, soprattutto, Uomo.

Noi, voce di migliaia e migliaia di cuori vivi, pulsanti, pieni di sogni, di speranza, di progetti per un futuro in cui crediamo ed al quale vogliamo poterci affidare.
Noi, seppur lontani dall’essere chiamati uomini, se tu sei Uomo.
Noi vogliamo rivolgere a te il nostro pensiero, la nostra riconoscenza, la nostra attenzione, la nostra solidarietà, la nostra gratitudine e ribadire il nostro bisogno di sapere, comprendere, conoscere, assumendoci a nostra volta la responsabilità di essere voce che rappresenta altre voci, in una sorta di dialogo ininterrotto, al servizio dell’umanità.

Noi vogliamo richiedere il sostegno della tua testimonianza e fisica presenza al nostro fianco, al fine di continuare a tramandare con te errori e orrori di un passato che potrà vivere solo nella memoria delle generazioni a venire.
Noi crediamo nelle testimonianze, nella testimonianza di chi ci ripete:
“Meditate che questo è stato; vi comando queste parole; scolpitele nel vostro cuore, stando in casa e andando per via, coricandovi, alzandovi, ripetetele ai vostri figli.”
Noi al nostro tempo le ripeteremo, queste parole, ma intanto abbiamo bisogno di sentircele ripetere ancora.
Noi sentiamo il bisogno di sederci di fronte a una rete col filo spinato ad ascoltare chi è seduto dall’altra parte, di sentire la voce di chi ora è nel vento; Noi non siamo disposti a morire in silenzio.

“Noi vogliamo sperare nelle forze del nostro nuovo nascituro, quando verrà alla luce questo figlio, che si chiamerà Futuro.”
Noi ci siamo, con la nostra voglia di vivere; l’erba fuori continua a crescere, viva come la nostra determinazione.
Un altro mondo è possibile, impiegheremo tutte le nostre forze per impedire che quei missili intercontinentali vengano sganciati: vivere senza ammazzare è possibile, noi lo impareremo.

Nella speranza di poterti un giorno incontrare,
con l’augurio che questo nostro pensiero non venga interpretato
come intromissione nelle tue decisioni,
bensì come segno di riconoscenza
ed affetto,

I ragazzi dello S.P.E.S.
(Esecutivo Studentesco
del Liceo Scientifico
“A. Gramsci”)”

11/10/2010
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