L’equilibrio

Giuseppe (M. Borrelli) è un sacerdote che vive a Roma, ma che vuole tornare nella sua terra d’origine, la Campania. Viene nominato nuovo parroco, in un comune del napoletano molto degradato. Il suo predecessore, Don Antonio, è un prete molto amato dalla sua comunità e da tutti rispettato. Giuseppe comincia il suo nuovo incarico con passione e generosità, ma ben presto si trova a scontrarsi con un contesto estremamente difficile: spaccio di stupefacenti, rifiuti tossici che avvelenano l’ambiente, criminalità che imperversa e totale mancanza dello Stato. Testardamente, nonostante i consigli che gli arrivano da più parti e la manifesta ostilità della gente, cerca di cambiare le cose, a partire dalla confidenza di una sua parrocchiana, che sospetta abusi sulla figlia bambina.

Vincenzo Marra scrive e dirige un film su un tema difficile e sbaglia quasi tutto: didascalico e pretenzioso nella narrazione, con attori che non convincono, musiche inutilmente enfatiche. Sembra quasi programmatico lo sguardo pessimista con cui racconta la vicenda del suo protagonista, martire solitario in una situazione senza un briciolo di speranza. La strada per l’inferno, si sa, è lastricata di buone intenzioni, ma si poteva francamente fare a meno di questo gratuito sacco di mattoni.

Tranquillamente evitabile, andatevi a vedere un blockbuster, senza sentirvi in colpa.

21/09/2017
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