La storia di Bobby Sands – "Hunger"

 

 

Esce ora nelle sale italiane, questo piccolo film del 2008, esordio alla regia di Steve McQueen. Il regista nero, omonimo del grande attore degli anni ’60 e ’70, racconta la storia vera di Bobby Sands, attivista irlandese dell’IRA, morto in carcere dopo 66 giorni di sciopero della fame, nel 1981.

 

Questa pellicola è il film d’esordio del regista, ma viene ora distribuita (nonostante un premio al festival di Cannes) , dopo il successo scandaloso di “Shame”, seconda regia di McQueen, ben accolta in Italia. “Hunger” condivide il protagonista del precedente film (un Michael Fassbender strepitoso) e forse la scandalosa disperazione di fondo.

Se avete trovato insopportabile “Diaz”, lasciate perdere. Le botte che prendono i detenuti irlandesi, dai secondini inglesi, non hanno nulla da invidiare a quelle ritratte nel film di Vicari.

 

“Hunger”  ha una struttura semplice e stringata, delle finezze registiche davvero notevoli. Idealmente divisibile in tre parti: la prima ricostruisce la vita nel carcere dei detenuti irlandesi (le violenze subite, le loro proteste nel rifiutare la divisa di prigioniero e i pasti); la seconda è un dialogo serrato e incalzante, tra Bobby e un prete (solo 3 inquadrature in tutto), in cui si parla della scelta dello sciopero della fame, con il religioso che cerca di far desistere il giovane Bobby; la terza, forse la più straziante, film il deperimento spaventoso che porterà alla morte, di Bobby che rifiuta il cibo e che viene assistito dai medici.

 

Un film forte, crudo, opprimente in certi momenti. Un Fassbender disarmante, nel suo offrirsi alla storia, senza riserve, nè pudori. Tenetelo d’occhio, ci stupirà ancora.

Per chi ha lo stomaco forte, ad ogni modo, Hunger è un film da non perdere.

06/05/2012
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