La Nuova Rivoluzione: i pacchi di Amazon voleranno sui droni.

 

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di Valentina Ciappina

Amazon userà i droni per fare le consegne. Dopo aver letto questa notizia in tanti hanno pensato all’ennesima bufala in circolazione sul web. Eppure Jeff Bezos ha costruito il suo impero proprio sulle scommesse impossibili: dall’invenzione dell’e-commerce nel 1994 alla rivoluzione del kindle.

 

Così ora sembra che sia davvero arrivato il momento di conquistare i cieli. Con tanto di prova concreta e per dimostrare che non si tratta di uno scherzo il capo del colosso hi-tech ha subito diffuso un video, dissipando ogni dubbio.

 

Nel documento, già presente su You Tube, si vede un drone-elicottero con otto pale rotanti che riceve l’ordine da un magazzino: decolla, raggiunge il destinatario e atterra tranquillamente nel giardino di una casa. Tempo di volo: non oltre mezz’ora. Il progetto che esce direttamente dal cantiere ricerca e sviluppo di Amazon, dove vedono la luce tutte le idee che condizioneranno il futuro dell’azienda, ha già un nome. Si chiama Prime Air. Gli ingegneri di Amazon stimano che ci vorranno alcuni anni prima che diventi attuabile, sia perché bisogna ancora sviluppare il prototipo definitivo, ma soprattutto per ottenere le autorizzazioni necessarie dalla Federal Aviation Administration.

 

Il miliardario di Seattle però è determinato ad andare avanti. Anche perché l’aviazione e la conquista dello spazio rappresentano un suo vecchio pallino. Tredici fa ha fondato e finanziato la Blu Origin, un’agenzia spaziale che cerca di mettere in orbita astronavi private, per altro con risultati non ancora incoraggianti. Difficile dire quando il sogno di questa nuova frontiera delle spedizioni online diventerà realtà. Molto presto potrebbe essere turbato dalle mosse degli altri rivali. Insomma Federal Express e UPS sicuramente non resteranno a guardare.

 

Tutto il polverone sollevato intorno al drone di Amazon sta però distogliendo l’attenzione dei media dalla lunga zona d’ombra che si sta spargendo intorno agli affari di Bezos. Infatti, l’altra faccia della medaglia di Amazon parla purtroppo di lavoratori sfruttati e vessati esattamente come i cinesi della Foxconn, la società che fornisce la maggior parte dei componenti Apple.

 

Il caso è stato sollevato da un’inchiesta dettagliata dell’Ard, la prima rete della tv pubblica tedesca che è andata a vedere da vicino le condizioni di lavoro di uno dei centri operativi a Bad-Hersfeld nell’Assia. Un gigantesco capannone grigio in cui sono impiegate migliaia di persone, provenienti dall’Est Europa e dalla Spagna, assoldate da agenzie interinali che le hanno attirate con l’idea di un posto sicuro. Una volta arrivati a casa della Merkel, questi schiavi del Terzo Millennio scoprono però che la paga è molto più bassa, non sono previsti contributi sociali, saranno alloggiati in appartamenti scadenti anche sette in una stanza e il cibo servito è soprattutto scatolame. A rendere poi ancora più tetro il quadro già desolante è la presenza di vigilantes collegati all’estrema destra tedesca che svolgono le stesse funzioni dei kapò nei campi di concentramento nazisti: sorvegliano i lavoratori durante tutta la giornata, li dissuadono dalle proteste e hanno la facoltà di fare perquisizioni e atti d’intimidazione incontrollati. La situazione è stata definita da diversi osservatori come l’Arcipelago Gulag del turbocapitalismo globale e l’inchiesta di Ard ha fatto molto scalpore in tutto il Paese. Varie case editrici tedesche hanno rescisso i loro contratti con Amazon, ma soprattutto si sono mosse le autorità istituzionali, che ora stanno imponendo un maggiore rispetto dei diritti e la presenza massiccia dei sindacati federali e delle loro rappresentanze all’interno della più grande azienda al mondo del commercio online. Inutile aggiungere che il numero maggiore di assunzioni nei capannoni di Amazon si registra proprio sotto Natale. Pensiamoci quando ci accingiamo a fare un regalo a un nostro caro.

 

 

 

Valentina Ciappina

 

 

08/12/2013
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