La lunga mano della'ndrangheta sugli appalti

villaggio_olimpicoIl meccanismo è semplice e rodato, quanto difficile da individuare. Gli introiti delle attività illecite della malavita, su tutte il narcotraffico, devono trovare sbocco nel mercato legale per essere riciclati. Il mezzo più semplice rimane l’edilizia. E al Nord la domanda del mercato del mattone è alta. Cantieri pubblici o privati, non fa differenza per la ‘ndrangeta, che ha trovato il modo di indossare le vesti dell’imprenditore pulito. Tanto insospettabile e abile nell’eludere le normative antimafia e capace di partecipare alla realizzazione della Tav Milano Torino, dei villaggi olimpici torinesi di via Giordano Bruno e nel Parco Dora ma anche in appalti in Liguria e opere in Calabria. Queste le opere sotto la lente degli inquirenti torinesi che hanno portato negli scorsi giorni all’arresto di 3 persone e il sequestro di beni per 6 milioni di euro. Tra questi Ilario D’Agostino, nel 2002 condannato per traffico di spupefacenti, ritenuto la mente finanziaria della ‘ndranghetista Antonio Spagnolo. A Torino, di fatto, controllava un’impresa edile, la Ediltava di Rivoli, capace di fatturare milioni di euro l’anno, chiudendo, però, il bilancio societario puntualmente in rosso. A sostegno delle attività di riciclaggio, il nipote, Francesco Cardillo e un insospettabile professionista, Giuseppe Portoriero. Commercialista, secondo gli inquirenti è la faccia pulita degli affari sporchi della ‘ndrina. Porteriero nel 2005 diventa amministratore unico della Ediltava, per evitare che D’Agostino, interessato dalle indagini sul traffico di droga, potesse perdere la proprietà della società.

L’indagine, condotta dalla Dia torinese e dal Pm Roberto Sparagna, insieme ai colleghi di Genova, Milano e Reggio Calabria, ha smascherato una rete dedita al riciclaggio, operante al nord come al sud. Subappalti in opere pubbliche o private. Non più movimentazione terra o noli a freddo per ottenere le commesse, la cosca si è cimentata in un nuovo settore: la carpenteria. Nell’anno delle olimpiadi, più di 200 operai sono stati assunti per questa mansione. Lavoratori pagati in nero, per questo impossibile trovare traccia di quel denaro, secondo gli inquirenti collegato al traffico di droga.

Il 2006, anno delle olimpiadi torinesi, è un’anno d’oro per la società edile sequestrata: 10 milioni di euro fatturati.

Altri sono gli indagati, molti dei quali operanti nell’edilizia e persone insospettabili come il revisore dei conti della Ediltava di Rivoli, Giuseppe Morena, ex assessore di Rivoli e candidato sindaco nell’ultima tornata amministrativa.

Un’indagine che dimostra, ancora una volta, la vitalità della ‘ndrangheta in Piemonte. La piattaforma L10, lanciata da Libera Piemonte in vista delle Regionali del 2009, avanza proposte alla politica per rendere più difficile l’accesso della malavita nelle gare pubbliche. Un’opportunità di contrasto, oggi più che mai, da non lasciarsi scappare.

21/10/2009
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