La fine della lista Falciani

 

 

Uno dei cavalli su cui poggiava la legge finanziaria del 2011 ieri è stato azzoppato. Tremonti e il governo hanno deciso di puntare tutto sulla lotta all’evasione fiscale, attraverso l’inasprimento delle sanzioni tributarie circa i reati commessi nel campo fiscale.

Una (l’ennesima) dichiarazione di guerra alle omissioni nelle dichiarazioni dei redditi degli italiani e delle società. Inps, Comuni, Agenzia delle Entrate e Finanza metteranno a disposizione tutte le informazioni telematiche presenti nei loro date base e incroceranno i dati alla ricerca di quei contribuenti che evadono o omettono la denuncia del reddito. Tra le altre misure varate dalla manovra fiscale c’è anche quella dell’aumento della data di prescrizione delle denunce penali. Tremonti ha messo in bilancio che questa battaglia dovrebbe far entrare nelle casse dello Stato circa 1,1 miliardi di euro in tre anni.

Ieri però si è deciso di distruggere la lista Falciani, l’elenco di 80.000 nomi (di cui 7000 italiani) cui corrispondono conti correnti nella banca svizzera HSBC, che il tecnico informatico Hervè Falciani aveva sottratto all’istituto bancario prima di licenziarsi.

Falciani aveva consegnato l’elenco alle autorità francesi e queste lo avevano allungato per rogatoria nel giugno 2010 dalla Procura di Nizza alla Procura di Torino. Da Torino il documento era stato inoltrato alla Guardia di Finanza, e alle varie Procure competenti.

Purtroppo però in Italia dall’affaire sul dossieraggio illegale svolto dalla Security di Telecom/Pirelli nel 2006, una legge impone l’inutilizzo e la distruzione dei documenti illecitamente acquisiti e condanna a 6 anni chi continua a detenerli.

Appellandosi a questa norma il giudice Gianni Reynaud ha archiviato la causa contro un supposto evasore fiscale a Pinerolo, il cui nome compariva sulla lista Falciani. Il giudice ha dichiarato la prova processualmente inutilizzabile, frutto di un’appropriazione indebita. Il giudizio deriva dalla sentenza emessa il 18 gennaio 2010 dalla Cassazione, che ha definito quello di Falciani «accesso abusivo a sistema informatico».

Il frutto della decisione del giudice Reynaud – che ha semplicemente azionato i meccanismi di una legge prodotta dalle paure di camera e senato – sarà la distruzione di tutte le copie della lista Falciani, di seguito la dispersione delle informazioni relative a 80.000 evasori fiscali con conti presso la HSBC di Ginevra, e la rinuncia a parte del bilancio che Tremonti aveva scritto sotto la voce “rientri da evasioni fiscali”.

06/10/2011
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