L'Antimafia scuote il Piemonte

L’attività della commissione parlamentare antimafia si è conclusa. Speriamo che sia solo la parentesi di fine legislatura e che al più presto una nuova commissione possa insediarsi e riprendere il lavoro che quella presieduta da Francesco Forgione, ha portato avanti con abnegazione e passione.
Gli ultimi risultati prodotti, ad ogni modo, non hanno lasciato indifferenti.
Tre relazioni: una dedicata alla ‘ndrangheta, la prima in assoluto su questa organizzazione criminale; una sui testimoni di giustizia, con l’analisi dei casi e con proposte "anche spinte" per risolvere le singole situazioni; infine una relazione conclusiva che analizza obbiettivi e risultati.

Ci concentriamo su quella che ha destato più scalpore soprattutto qui a Torino.
Delle 237 pagine della relazione annuale sulla ‘ndrangheta, infatti, tre si concentrano sul Piemonte e su Torino.
"…la ‘ndrangheta in Piemonte è presente nel settore del traffico internazionale di sostanze stupefacenti, nel riciclaggio, e nell’infiltrazione nel settore dell’edilizia, grazie anche ad una rete di sostegno e copertura di singole amministrazioni locali compiacenti. Il progressivo radicamento nella regione ha favorito la loro graduale infiltrazione del tessuto economico locale, mediante investimenti in attività imprenditoriali ed il tentativo di condizionamento degli apparati della pubblica amministrazione funzionali al controllo di pubblici appalti…"
Apriti cielo!
Comincia il sindaco Chiamparino, che si sente "diffamato come amministratore pubblico e come cittadino", poi è il turno del presidente della provincia Saitta: "La descrizione che emerge da questa relazione all’Antimafia è gravissima e danneggia l’immagine della pubblica amministrazione".
Continua la presidente Bresso che vuole «approfondire, capire bene il dettaglio delle denunce per verificare
quanto c’è di vero e quanto fa parte della verità o di una
ricostruzione, non dico fantasiosa, ma poco legata con la realtà»
.
Conclude il capogruppo di An in Comune, Agostino
Ghiglia
che chiede al sindaco di «difendere Torino dall’attacco della
Commissione e di querelare i responsabili».
Piccolo dettaglio: la relazione riporta fedelmente le parole della Direzione distrettuale antimafia. E’ quindi frutto di indagini delle autorità competenti.
Lo stesso Forgione, ospite nell’incontro organizzato qualche giorno fa da Unilibera, si è detto stupito di tanto clamore. In fondo, le considerazioni emerse dovrebbero essere sapute e risapute, almeno da chi si informa e cerca di combattere le mafie.
In sostanza si tratta di essere attenti osservatori e di non fare come a Duisburg: da dieci anni avevano sul tavolo le relazioni italiane che avvertivano della presenza di pericolose ‘ndrine in Germania…

25/02/2008
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