Il riff di Frusciante

Ancora il Gec Frusciante: questo è un belissimo riff antimafia che giunge fino a Napoli!

Cari studentesse e studenti napoletani,

siamo un gruppo di ragazzi di Torino,che da meno di un anno hanno intrapreso un percorso con Libera. Può sembrare strano che vi scriviamo una lettera,anzi,una lettera aperta,ma sentivamo oltre che il piacere,la necessità di farlo. Necessità,sì. Abbiamo sentito la necessità di parlare con voi,di chiedere a voi,e non a un qualche giornalista o intermediario,come si vive a Napoli,cosa si può fare a Napoli e cosa avete voglia di fare proprio lì,dove vivete.

Ma andiamo con ordine. Qui a Torino,le Mafie ci sono,ma forse è meno presente o comunque ben nascosta la parte più caratterizzante e terrificante di questo fenomeno:la cosiddetta cultura mafiosa.
Se proprio qui da dove vi scriviamo decine e decine di ragazzi si
attivano,si mettono in gioco,si impegnano a portare avanti battaglie
purtroppo mai concluse,vuol dire che c’è bisogno di impegno
dappertutto. Ma di questo c’è n’è bisogno soprattutto dove quella
cultura mafiosa di cui tanto si parla è presente,radicata e intrinseca
nel territorio da secoli,dove le Istituzioni a volte abbandonano,per
poi ritornare di colpo ma solo per qualche apparizione. Cosa vuol dire
però impegnarsi?E,soprattutto,perché?Impegnarsi vuol dire secondo noi
tre cose:conoscere,reagire,e far conoscere. Conoscere cosa ti sta
attorno,cosa ti succede;reagire,cioè prendere distanza dalla cultura
del “più forte” del “fatti i fatti tuoi”;far conoscere,informare,dire
la verità,che solo voi(ed è per questo che siamo così interessati ad
ascoltarvi) conoscete. Il giornalista che arriva a Napoli per un paio
di giorni non conosce gli sguardi,le dinamiche della vostra città;voi
si. Ed ecco che una volta capito come funzionano le cose,diventa
FONDAMENTALE farlo capire agli altri,informare. Dicevamo:perché? Perchè
a sedici anni io mi devo prendere questo impegno? Perchè se non lo
facciamo noi non lo fa nessuno. Se non viene il rigurgito alla nostra
età non verrà mai,MAI. E se quel rigurgito non c’è,non c’è neanche un
futuro diverso,continueranno ad esserci Scampia e Secondigliano ridotti
in quel modo,continuerà ad esserci disoccupazione,continuerà a mancare
la legalità.
Tenendo conto di questi tre significati dell’impegnarsi di cui abbiamo
parlato prima, ci stiamo attivando nel sostenere la veleggiata a cui
Andrea sta partecipando. Il suo viaggio verso Cinisi è molto importante
perché serve a ricordarsi di coloro che sono morti per combattere le
mafie come Peppino Impastato e tanti altri, ma serve anche a sostenere
chi è ancora in vita e si ribella e si sacrifica per porre fine a
queste ingiustizie. A questo proposito ci siamo impegnati nel sostenere
la vicenda di Pino Masciari , un testimone di giustizia che è riuscito
a mandare in carcere parecchi mafiosi, ma che adesso sta lottando per
avere una protezione adeguata e per poter ricominciare una vita dal
momento che non può più lavorare e con lui anche sua moglie. A sostegno
della sua causa abbiamo partecipato al presidio che era stato stabilito
in piazza Castello a Torino per fare in modo che la sua storia e
situazione venisse presa in considerazione e adesso ci impegniamo a far
conoscere in giro la sua storia.
Così attraverso questa lettera che vi mandiamo attraverso Andrea e la
veleggiata permettiamo che anche voi veniate a conoscenza della storia
di Pino e che la raccontiate a molti altri.
Questa veleggiata è piena di significati ed oltre a portare in giro per
l’Italia la conoscenza di storie passate e storie presenti , diventa
anche un mezzo per gettare le basi di scambi , legami e amicizie future
che è l’obbiettivo della nostra lettera .
Speriamo quindi in una vostra risposta per dare inizio ad un confronto
costruttivo.
GEC Frusciante (Gruppo di educazione alla cittadinanza
dell’associazione Acmos di Torino)

30/04/2008
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