Il rebus del riconteggio delle schede in Piemonte


 

Per il riconteggio in Piemonte sembra non ci sia una soluzione immediata. Una situazione intuibile già mesi fa, vista la portata politica della faccenda, che potrebbe rovesciare la composizione dell’attuale maggioranza in Consiglio regionale, oppure portare il Piemonte di nuovo alle urne. Ma quello che all’inizio pareva un difficile iter burocratico, sta assumendo i contorni del grottesco. Si conta ad Asti e Biella, ma non nelle altre sedi giudiziarie coinvolte. Non esistono rassicurazioni in merito alla copertura delle spese – alte – e quindi, correttamente, altre sedi, come Torino, non hanno ancora applicato la sentenza emessa dal Tar a luglio. E poi c’è la posizione della difesa di Roberto Cota che punta, prima di procedere all’applicazione del dispositivo del Tar, alla sentenza della Consulta di Stato, dalla data non ancora certa.

 

Eliminate per irregolarità  le liste Al Centro con Scanderebech e Consumatori, si procede per accertare se Cota ha ancora i numeri per governare. Le liste in questione hanno utilizzato una discutibile legge elettorale che consente alle forze già elette di presentare le liste senza l’obbligo di raccogliere le firme. Peccato che Deodato Scanderebech abbia utilizzato questo meccanismo appoggiando un’altra coalizione (quella di Roberto Cota) rispetto alla tornata del 2005, abbandonando l’Udc e creando una lista propria. Secondo il Tar, infatti, il beneficio può essere utilizzato dalla lista e non da un suo eletto. Casualità vuole che proprio Scanderebech era tra i firmatari della legge. Poco male per l’ex scudo crociato. L’elezione di Vietti al Csm lo ha catapultato direttamente in Parlamento, essendo il primo dei non eletti tra le fila dell’Udc alle elezioni del 2008. Ma la frenesia politica dell’ex capogruppo dell’Udc in Consiglio della Regione Piemonte lo porta ad indossare oggi la casacca del Pdl, per la felicità di Berlusconi e della sua campagna acquisti.

 

Ultima mossa legata all’affaire delle liste illegittime è stata avanzata dal Tar, che ha convocato le parti in causa il 10 settembre per capire chi farà fronte alle spese necessarie per ricontare le schede elettorali.

 

Se non è ancora chiaro chi debba far fronte alla copertura finanziaria necessaria a rendere attuabile una sentenza di un Tribunale Italiano, è invece cristallino chi sta pagando le parcelle degli avvocati di Roberto Cota: i contribuenti piemontesi. Tutto legittimato ed approvato dalla giunta.

 

 

06/09/2010
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