Il processo impossibile, la giustizia necessaria

20090406_eternit2I giornali lo definiscono il processo impossibile. Numeri mai visti, sia per la mole di parti lese che per il risarcimento economico richiesto, fanno del procedimento penale istituito a Torino nei confronti della dirigenza dell’Eternit s.p.a., un evento giudiziario unico nel suo genere. Guariniello, pm sempre in prima linea nella difesa dei diritti del lavoratore, potrebbe finalmente rendere giustizia alle migliaia di persone decedute e a quanti stanno ancora lottando contro tumori causati da polveri d’amianto. Un processo che potrebbe fare giurisprudenza. I capi d’imputazione avanzati dalla pubblica accusa vanno dal disastro doloso all’omissione dolosa di norme antinfortunistiche. Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de Marchienne e Stephan Schmidheiny, al vertice della multinazionale, sono ritenuti responsabili dei decessi dei lavoratori e delle persone che sono venute a contatto con il materiale, in quanto a conoscenza della pericolosità del prodotto, comunque commercializzato. I disastrosi effetti dell’amianto, utilizzato in Italia in modo massiccio dal dopoguerra sino al 1992, anno in cui è stato tolto dal mercato per la sua pericolosità, potevano essere impediti se solo fossero state utilizzate procedure diverse. Ma l’azienza, che in Italia aveva 5 stabilimenti (due in Piemonte), ha taciuto, mettendo il profitto davanti a salute e tutela dell’ambiente. La posta in palio a Torino è di portata titanica. Come dovuto e sacrosanto è il diritto delle vittime ad aver giustizia. La partita, però, è solo all’inizio, soprattutto se si considera che l’eternit viene ancora prodotto e commercializzato in Africa. Mietere migliaia di vittime in Europa non è bastato a placare la fame di ricchezza della multinazionale. Purtroppo….

18/04/2009
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