Il futuro della democrazia

Il Senato ha negato la fiducia al
governo Prodi con 156 si’, 161 no e un astenuto. Il presidente del Consiglio Romano
Prodi ha presentato le dimissioni
al presidente della
Repubblica. Giorgio Napolitano ha iniziato le consultazioni con i gruppi parlamentari. Cosa succederà adesso: elezioni anticipate o governo provvisorio per realizzare una riforma elettorale? Poco importa!
Quello che più interessa è il futuro degli schieramenti politici.
Lasciando perdere Mastella e l’Udeur, che non meritano commenti, per ora tutti puntano il dito sul PD e su Veltroni: «Il Partito democratico è nato, e non ci sono più i Ds, non c’è più il governo e
non c’è una prospettiva per il centrosinistra: non è male, no?» ha affermato Mussi. Rosy Bindi, invece: «Io non lo so se Walter era già partito con l’idea di
sfasciare tutto, ma se invece di fare patti con Casini e Berlusconi su quell’obbrobrio della bozza
Bianco avesse curato di più la sua maggioranza, tranquillo che ora non
saremmo a questo punto».
Insomma, prima o dopo le elezioni, ci troveremo tra le mani uno tra due modelli che paiono antitetici: o un governo di coalizione (magari con PD, UDC e Forza Italia), o il riproporsi dello schema dell’alternanza con coalizioni, che saranno pure coatte, ma che rappresentano due alternative.
Tertium non datur… almeno così pare.

24/01/2008
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