I miserabili del miracolo economico brasiliano



Negli ultimi anni il Brasile è cresciuto a ritmi vertiginosi. La sua economia è esplosa ed è in continua espansione tanto che il governo di Dilma Rousseff è costretto a mantenere la crescita sotto controllo per non far galoppare l´inflazione e non creare squilibri strutturali.

Il Brasile del miracolo economico è quello che si sente raccontare più spesso. Eppure il boom e il benessere non sono per tutti. Senza dubbio il progresso degli ultimi 10 anni ha aiutato milioni di brasiliani ad uscire dalla povertà e a trovare stabilità lavorativa, tanto che, per la prima volta nel 2010, il 50% della popolazione è entrata nella fascia di reddito della cosiddetta classe media.

Una classe media che non è di certo paragonabile alla classe media italiana o europea per possibilità economica e per livelli di istruzione, ma che può contare su un salario stabile e che via via guadagna accesso al mercato dei consumi. Sono loro i nuovi consumatori, come lo erano gli italiani degli anni ´60: comprano l´auto nuova (magari una Fiat), la TV a schermo piatto, il frigorifero. E tutto pagato rigorosamente a rate.


Eppure, tuttoggi, almeno 16 milioni di brasiliani vivono in condizioni di miseria, ovvero sotto la soglia minima fissata dal governo brasiliano: 30 euro mensili. Questo significa che l´8,5% della popolazione vive praticamente con un euro al giorno. Le percentuali maggiori di miseria si concentrano nelle regioni del nord (16,8%) e del nordest (18,1%), mentre nel sud del Paese il tasso scende al 2,6%.


L´ex governo Lula, che fece dello sradicamento della miseria il proprio cavallo di battaglia, ha raggiunto in pochi anni dei buoni risultati. La Bolsa Família è il programma principale che ha aiutato e tuttora aiuta milioni di famiglie.

Il meccanismo è semplice: lo Stato fornisce un contributo mensile (che oscilla tra i 10 e i 90 euro) alle famiglie più indigenti, le quali però in cambio hanno l´obbligo di mandare i propri figli a scuola, pena la perdita dell´assegno. Le famiglie che lo ricevono sono circa 12 milioni: di queste, il 35% è riuscita ad ottenere un livello di vita al di sopra della soglia di miseria, il restante permane in una condizione di indigenza pressoché totale.

Si tratta di risultati in parte positivi, anche se per i detrattori della Bolsa Família, tali somme sono appena un´elemosina e non fanno che aumentare il clientelismo, la dipendenza dallo Stato e scoraggiano la ricerca di un lavoro.

Il Brasile cresce e molto in fretta. Fa parte dei BRICS, i Paesi emergenti del mondo e aumenta di giorno in giorno la propria influenza politica ed economica su tutta l´America Latina, tanto che mira ad ottenere una poltrona nel Consiglio delle Nazioni Unite per far sentire più alta la propria voce.

Eppure la realtà quotidiana di milioni di brasiliani non è cambiata e per certi aspetti non ha nulla da invidiare ai livelli dei Paesi più poveri dell’Africa. Basti pensare che oltre 30 milioni di cittadini vivono in case prive di un sistema di fognature, mentre il sistema scolastico presenta grandissime lacune a tutti i livelli. Il tasso di analfabetismo raggiunge il 10% e nel complesso appena il 25% della popolazione è pienamente alfabetizzato. Il sistema sanitario pubblico, nonostante i miglioramenti recenti, continua ad essere in gran parte insufficiente e carente dal punto di vista della qualità.

Il Brasile è sempre di più una potenza sullo scenario internazionale e nel Paese si respira una grande aria di fiducia verso il futuro. Eppure per molti milioni di brasiliani, il miracolo economico rimane solamente un sogno molto lontano.



03/05/2011
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