I 43 studenti messicani di Ayotzinapa sono stati uccisi

Quello che fino ad oggi si configurava solo come un terribile sospetto, questa mattina è diventato realtà.

I 43 studenti messicani scomparsi il 26 settembre nello stato di Guerrero sono stati uccisi. La confessione è arrivata dai tre sicari del gruppo criminale Guerreros Unidos che hanno dichiarato di aver eseguito l’ordine su mandato del presidente municipale di Iguala Josè Luis Abarca. Il primo cittadino di Iguala era stato catturato insieme alla sua sposa il 4 novembre a Città del Messico dopo una latitanza durata dieci giorni. Un’accusa che se confermata confermerebbe ancora una volta lo stretto legame tra narcos e politica nel Messico di oggi. “I fatti di questi giorni evidenziano l’incapacità dello stato messicano di controllare la criminalità organizzata e di governare – ha dichiarato Padre Solalinde che dal 22 novembre sarà in Italia con la Carovana dei Migranti – l’unico aspetto positivo in questa vicenda è che il paese ha dimostrato di potersi svegliare e ha iniziato a chiedere verità e giustizia“.

Negli scorsi giorni, i cittadini messicani sono scesi in piazza, nelle scuole, nelle università organizzando scioperi e manifestazione in solidarietà agli studenti di Ayotzinapa. Un movimento che è uscito anche fuori dai confini messicani arrivando in tutto il mondo, anche in Italia.

 

08/11/2014
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