Grand Budapest Hotel

E come si fa a riassumere l’ultimo film di Wes Anderson? Come al solito, un universo surreale, ora grottesco, ora pulp, pieno di personaggi memorabili, ognuno dei quali meriterebbe un film per sè, gira nella storia del talentuoso regista americano (“I Tenenbaum”, “Moonrise Kingdom”). Tutto si incentra sul raffinato Mounsieur Gustave (Ralph Fiennes), impeccabile concierge del Grand Budapest Hotel, nell’Europa centrale degli anni ’30: amante dei profumi, delle poesie e dello stile, casanova di anziane clienti danarose, accusato di averne assassinata una, per impossessarsi di un inestimabile quadro di sua proprietà. Si scatena così una picaresca fuga, inseguito dai pazzoidi parenti dell’anziana defunta, col fido Zero, giovanissimo suo assistente e immigrato. Divagazioni ora splatter, ora romantiche, ora non-sense, fotografia notevole che esalta gli abiti e le ambientazioni color pastello, con un cast ricchissimo, che oltre al bravissimo protagonista, vede una galleria di noti attori, difficile da elencare: il barbuto F. Murray Abraham, il pelatissimo e tatuato H. Keitel, la vecchia riccona Tilda Swinton, il collega coi baffi alla Teddy Roosevelt Bill Murray (immancabile), Tom Wilkinson e Jude Law, un luciferino e omicida W. Dafoe, l’eccentrico e dispotico A. Brody, il capitano delle guardie Edward Norton e tanti ancora….

Passaggi folli e da ricordare, come l’evasione dal carcere, il lancio del gatto e il conseguente inseguimento dell’esecutore testamentario, musiche funzionali, ipertrofia dei punti di vista della storia, che si intersecano… questo e tanto altro nel film di Anderson. Non perdetelo!

30/04/2014
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