Giornata Mondiale contro l’Aids

Oggi nel mondo si stima che 35 milioni di persone vivano con l’Hiv. Dall’inizio dell’epidemia, circa 78 milioni di persone sono state infettate dal virus e 39 milioni di persone sono morte per patologie collegate alla malattia. Sono i numeri che emergono dall’ultimo report Unaids, assieme ad una serie di dati incoraggianti per il raggiungimento dell’obiettivo “90x90x90” (diagnosticare il 90% delle infezioni, far entrare in terapia il 90% delle persone diagnosticate, abbattere la carica virale del virus Hiv nel 90% delle persone che assumono un trattamento antiretrovirale). Negli ultimi 4 anni, infatti, si è passati da circa 5 milioni a 12 milioni di persone in trattamento: un progresso significativo che tuttavia esclude ancora circa il 60% delle persone che hanno contatto l’Hiv dalle cure necessarie.

 

La situazione in Italia
Secondo il Coa (Centro operativo Aids) sono 3608 i nuovi contagi segnalati e le stime più aggiornate parlano di oltre 120 mila persone affette dal virus.
Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2013 sono maschi nel 72,2% dei casi, hanno un’età mediana di 39 anni per i maschi e di 36 anni per le femmine. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (15,6 nuovi casi ogni 100.000 residenti). Nel 2013, la maggioranza delle nuove diagnosi di HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’83,9% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 44,5%; MSM 39,4%).
Un dato che sottolinea la necessità cruciale di informare, informarsi (e fare il test dell’Hiv) è che tra il 2006 e il 2013 nel nostro Paese è aumentata la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di AIDS conclamato ignorando la propria sieropositività: sono passati dal 20,5% al 68,2%.

 

La situazione in Piemonte
Pochi giorni fa il Seremi di Alessandria (Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive) ha reso pubblici gli ultimi dati di monitoraggio relativi alla regione Piemonte. Ogni anno circa 300 piemontesi scoprono di aver contratto l’HIV. Nel 2013 sono stati 314, pari a un tasso di incidenza di 7,2 casi ogni 100.000 abitanti. In Piemonte, questa infezione è tra le prime dieci patologie infettive segnalate, la terza tra i giovani uomini dai 25 ai 34 anni di età.All’inizio del 2014 più di 8.200 persone vivevano con l’infezione da HIV nella nostra regione. La prevalenza di circa 2 casi ogni mille abitanti, paragonabile a quella stimata a livello nazionale, è in costante crescita nell’ultimo decennio ed è raddoppiata rispetto a quella stimata nel 1999.Nella nostra regione, così come a livello nazionale ed europeo, questa infezione si trasmette prevalentemente per via sessuale, questa modalità riguarda quasi il 90% dei casi del 2013. I rapporti sessuali non protetti in uomini che fanno sesso con uomini sono, attualmente, la principale modalità di diffusione dell’infezione da HIV e rappresentano il 47% di tutte le nuove diagnosi del 2013.Le diagnosi si registrano con frequenza maggiore tra gli uomini e tra i giovani. Il tasso di incidenza più elevato (19, 2 casi ogni 100.000 abitanti) si registra tra i giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni, valore più che doppio rispetto a quello registrato per la regione (7,2 casi ogni 100.000 abitanti).E’ ancora molto alto il numero di persone che arrivano tardi alla diagnosi, quando il loro sistema immunitario è già compromesso o addirittura quando si è già sviluppata la malattia (AIDS). Nel 2013 una diagnosi tardiva ha riguardato il 34% dei casi totali.Le dimensioni e l’andamento della diffusione dell’HIV in Piemonte sono tali da far rientrare questa infezione tra le più importanti in termini di impatto sulla salute, sulla qualità di vita e sui costi per i singoli e la comunità.L’HIV è un’infezione prevenibile, attraverso l’adozione di comportamenti efficaci nel limitare la sua diffusione; la sua trasmissione è evitabile. Questo rende l’impegno nel contrastare la sua espansione una sfida irrinunciabile per i singoli individui e per le istituzioni.

Come raccomandato a livello internazionale (OMS, UNAIDS), si confermano azioni essenziali per un’efficace lotta all’HIV anche nella nostra regione:
– sensibilizzare la popolazione generale sull’importanza della salute sessuale e del suo valore in termini di benessere e qualità di vita, presupposto affinché le persone siano in grado di proteggersi in modo efficace e riescano a riconoscere una loro possibile esposizione all’HIV;

– attuare interventi di prevenzione primaria e secondaria mirati ai gruppi bersaglio a maggior rischio, individuando contesti, fattori e metodi di intervento specifici in grado di ottimizzare l’efficacia delle attività;

– garantire un trattamento tempestivo, corretto e completo in modo omogeneo e accessibile su tutto il territorio regionale per il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico di una carica virale sotto la soglia misurabile nei pazienti HIV positivi in trattamento.

 

Prevenzione e informazione
A Torino, come ogni anno, il Gruppo Abele con Acmos e in collaborazione con medici, esperti ed animatori/formatori organizzano una giornata di incontro e laboratori rivolti alle scuole superiori di Torino. Nel 2013 in collaborazione con Acmos, Lila, Arci Torino e Dipartimento per le Dipendenze dell’Asl To2, il Gruppo Abele aveva realizzato una serie di materiali divulgativi distribuiti e proiettati nei circoli aderenti all’iniziativa e tramite il Pin Bus della Asl To2.

 

 

da  www.gruppoabele.org

01/12/2014
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