Giancarlo e Laura

Eccoli qui, arrivano nel pomeriggio Giancarlo e Laura, scendono dalla macchina e se non fosse per i ragazzi della scorta che li accompagnano sembrerebbero persone come le tante che ormai frequentano la cascina abitualmente per godersi il fresco della ventilata collina di San Sebastiano, per fare due chiacchiere con i ragazzi del campo E!State Liberi che animano l’estate.

Ci sediamo in cerchio e Giancarlo comincia a raccontare, una bella ricostruzione storica, dalle origini della mafia al periodo del pool di Palermo con Falcone e Borsellino che dopo il clamoroso successo del maxiprocesso vengono caluniati, isolati e distrutti professionalmente fino a essere uccisi.

Poi gli anni successivi, Giancarlo racconta cosa succede dopo il 92 a Palermo, la reazione popolare, le leggi approvate sull’onda delle emozioni delle stragi e gli straordinari successi dei magistrati che prendono con coraggio il posto di Falcone e Borsellino. Stupisce con che pudore Giancarlo parla di questa fase che lo vede protagonista di scelte di vita coraggiose e straordinari successi professionali, bisogna essere attenti per capire che parla del suo lavoro, non vuole sembrare un’eroe perchè la lotta alla mafia è qualcosa che deve riguardare tutti. Il racconto prosegue fino ad arrivare all’attualità passando dai rapporti mafia politica e dalla condanna di Giulio Andreotti per cui sono stati provati i rapporti con la mafia fino al 1980. Un racconto preparato con attenzione, con i concetti chiave scritti su un foglietto, perchè anche in questo Giancarlo è scrupoloso e preciso.

Poi Laura che come sempre si commuove nel raccontare come insieme a Giancarlo abbiano fatto squadra, condividendo le scelte e impegnandosi nella lotta alle mafia, lei a scuola come insegnante e animatrice di Libera e lui come magistrato.

Il ricordo del maestro e amico Bruno Caccia…

Il senso del loro racconto è testimonianza di impegno che vorrebbe essere ordinario ma agli occhi di tutti è straordinario, il loro invito a indignarsi per il potere e i misfatti e lo strapotere mafioso, un’indignazione che stimola ad agire in prima persona, ogniuno per le proprie capacità e nel proprio ruolo.

Con loro c’è una procuratrice giovanissima che ha appena vinto il concorso e ha deciso di svolgere la sua attività in sicilia, la conducono in Cascina Caccia per farle toccare con mano l’antimafia sociale che è fondamentale per ottenere delle vittorie sul piano culturale ed economico, la repressione e l’attività investigativa non bastano.

Poi ceniamo tutti insieme, una tavolata con trenta persone che con Laura e Giancarlo hanno condiviso un momento straordinariamente ordinario.

Sarebbe tutto nrmale, se non ci fossero quei ragazzi della scorta che ci ricordano quanto ci sia ancora da fare per liberare l’Italia dalle mafie e liberare persone straordinarie come Giancarlo e Laura dalla costante minaccia per la loro sicurezza.

28/07/2010
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