Pazza Idea (Xenia)

Due fratelli albanesi, nella Grecia di oggi, cercano il padre che li abbandonò 15 anni prima. Dany (Kostas Nikouli), non ancora sedicenne, gay dal ciuffo biondo, una notevole propensione a ficcarsi nei guai, un coniglio e una pistola nella tracolla, insieme a Odysseas (Nikos Gelia), quasi maggiorenne, un lavoro modesto e il grande talento per la musica, trasmessogli dalla madre, in particolare per le canzoni italiane, su tutte quelle di Patty Pravo. Morta la donna, i due giovani ragazzi si avventurano tra Atene e Salonicco, alla ricerca del padre che se ne andò di casa tanti anni prima, per ottenere i soldi che spettano loro e magari anche il riconoscimento, risolvendo così il problema della cittadinanza che non hanno.

Sarà anche l’occasione per Ody, di partecipare a un talent show, per cantanti promettenti, in cui si esibirà con lo struggente brano “Tutt’al più”, ovviamente della Pravo. Tra disavventure tragicomiche, il viaggio on the road dei due fratelli, lascia intravedere sullo sfondo la Grecia e il mondo di oggi: la destra xenofoba, il tema dei migranti e dell’accoglienza, la crisi economica, ma anche sociale che ci avvolge. Il titolo, non ha a caso, non è solo il nome di un hotel abbandonato dove i due fratelli si accampano per qualche tempo, ma allude al concetto greco di straniero e di ospitalità, altro leit motiv continuo del film. Tra citazioni più o meno esplicite (Almodovar? Laughton per la scena sulla barca? “Harvey” per il coniglio di pezza?), il film si avvia verso una lieta fine, al termine di un viaggio che farà crescere i due protagonisti. Forse un po’ troppo sgangherato in certi passaggi di sceneggiatura, che risultano lenti e troppo dilatati o eccessivamente onirici, riscattato dalla bravura dei due interpreti principali, soprattutto nei duetti di follia contagiosa, ballando sulle note di Patty Pravo (“La bambola”) e di Raffaella Carrà (“Rumore”), e dalla figura di Tauros, vecchio omosessuale, dagli abiti eccentrici, legato alla madre dei ragazzi e proprietario di un night.

Gradevole, catartico, tenero ed amaro, anche se non riuscito appieno. Ma glielo si può perdonare, eccome.

 

02/09/2014
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